Effetto crisi: le liste di mobilità si allungano

I lavoratori iscritti sono già oltre 3.800, il 55,7% in più rispetto a dicembre 2007. Sette su dieci hanno più di 40 anni. Ponte San Pietro e Albino seguono Bergamo. Più di un terzo degli interessati sono usciti da piccole imprese

A due mesi dalla fine dell’anno, il numero dei lavoratori in mobilità, usciti da aziende in crisi e in attesa di una nuova occupazione, è già ben oltre il totale del 2007. E per i prossimi mesi c’è da aspettarsi un ulteriore incremento, con gli interventi di cassa integrazione straordinaria che, soprattutto nel tessile, giungeranno a termine e in molti casi si trasformeranno in licenziamenti e quindi in mobilità.I dati della Provincia sono aggiornati a fine ottobre. Al momento i lavoratori senza una nuova occupazione sono 3.807, ovvero 1.362 in più, un incremento del 55,7%, rispetto alla fine del 2007, quando erano 2.445. Un quadro generale dice che sette lavoratori su dieci hanno più di 40 anni, la maggior parte abitano nelle zone di Bergamo, Albino, Ponte San Pietro e Treviglio, la maggioranza sono donne, il 12% sono immigrati e più di un terzo sono usciti da piccole imprese manifatturiere con meno di 15 dipendenti o da aziende del commercio con meno di 50 addetti. Solo nei primi dieci mesi dell’anno sono uscite dal lavoro 2.837 persone.La distribuzione per età dice che dei 3.807 lavoratori iscritti nelle liste di mobilità a fine ottobre, il 34,25% hanno fra i 45 e i 54 anni, con una ripartizione pressoché omogenea fra uomini e donne. (18/11/2008)

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