È di un designer bergamasco
il rubinetto più bello del mondo

Con un rubinetto di grande design, Marco Acerbis, architetto e designer bergamasco, ha vinto il «Good Design Award», il premio di design più prestigioso, riconosciuto e storico al mondo. «Wave» è stato progettato per IB Rubinetterie.

Certamente anche un rubinetto può essere un oggetto di grande design. È quello che ha pensato Marco Acerbis, architetto e designer bergamasco, quando si è candidato per il «Good Design Award», il premio di design più prestigioso, riconosciuto e storico al mondo, e che di recente ha avuto la bella sorpresa di vincere grazie al rubinetto Wave progettato per IB Rubinetterie.

«Ho avuto notizia del premio i primi giorni di gennaio, appena rientrato al lavoro dopo le vacanze natalizie - racconta Acerbis, non ancora quarantenne e con una serie di riconoscimenti all'attivo ottenuti in questi anni grazie alla sua intensa attività di architetto e designer innovativo -: si è trattato di una grande soddisfazione, considerando il prestigio del riconoscimento e l'altissima partecipazione».

Il «Good Design Award», ideato nel 1950 ed organizzato annualmente dal Chicago Athenaeum Museum of Architecture and Design, viene infatti assegnato da una giuria composta da professionisti ed esperti del settore, specialisti industriali e stampa specializzata che viene letteralmente sommersa di prodotti da giudicare: il fatto che abbiano scelto proprio il mio tra tanti, significa che la mia idea è riuscita a colpire l'interesse e la curiosità dei giurati: ne sono molto fiero».

In particolare, il progetto vincitore del premio, il rubinetto Wave, «si caratterizza per la forma molto dinamica che però non pregiudica minimamente la funzionalità dell'oggetto - sottolinea Acerbis -: una perfetta commistione tra forma e funzione che interpreta in modo contemporaneo ed elegante lo stile e il gusto di oggi e di domani».

La passione per l'architettura comincia negli anni del liceo. «Amavo le grandi dimensioni delle strutture degli edifici e dei grattacieli - racconta Acerbis - e il mio sogno era quello, un giorno, di andare a lavorare a Londra da sir Norman Foster». Le idee chiare e la forza di volontà portano il giovane architetto là dove si era prefissato di arrivare. «Feci di tutto per entrare da Foster e alla fine, appena laureato a 23 anni e mezzo, vi entrai - ricorda Acerbis -: quella da Foster, uno delle archistar più celebrate del pianeta, è stata un'esperienza grandiosa e poter lavorare in uno studio di architettura con mille dipendenti una grande sfida. Foster è una persona molto intelligente e la cosa che più mi colpì di lui era la cura maniacale per il dettaglio».

Un'esperienza durata sette anni, fino ai 30, «che è stata, per certi versi, anche estenuante - confessa Acerbis- : sono arrivato a lavorare fino a 17 ore al giorno, ma di contro ho imparato moltissimo».

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