Ex Ismes, difesa su due fronti

Il prefetto scrive all’Enel, Bettoni interpella parlamentari e ministri bergamaschi I sindacati: questa azienda è un patrimonio, il territorio non può perderla

I lavoratori dell’ex Ismes-Enel Hydro ci credono ancora in quel gioiellino dell’ingegneria cresciuto fra Bergamo e Seriate, conosciuto in Italia e all’estero, chiuso in una parentesi idrica che non ha portato lo sviluppo promesso: ci credono nonostante gli annunci di vendita e di esuberi (100 su 198) e lo vogliono salvare. Ieri l’hanno ribadito: la mattina in assemblea e nel pomeriggio in sessanta con un presidio davanti alla prefettura, mentre Cisl e Cgil incontravano prima il presidente della Provincia Valerio Bettoni e poi il prefetto Cono Federico.

Bettoni si è impegnato a invitare i parlamentari e i ministri bergamaschi a un confronto. «Ismes è un patrimonio importante del nostro territorio e non lo possiamo perdere - ha commentato Bettoni -. Enel, che da una parte prende la nostra acqua per produrre energia, dall’altra non può scaricare questa azienda». Il prefetto preparerà un documento da indirizzare all’Enel. L’obiettivo è portare a Bergamo, come avvenne già nel 1999, i vertici del gruppo elettrico per chiedere conto delle scelte fatte e capire quale volontà di investimento può esserci sulla parte ingegneristica, data per assodata ormai l’uscita dal settore acque, che fra l’altro ha interessato Seriate in minima parte.

Cinque anni fa i dipendenti dell’ex Ismes erano più di 300 (dai 600 del ’92). Allora si accettò un ridimensionamento proprio in funzione dei progetti di sviluppo presentati. Oggi i sindacati vogliono avere delle spiegazioni da chi si assunse quegli impegni. Non capiscono, ad esempio, come mai Enel non affida a Seriate una serie di commesse interne che escono dal gruppo e basterebbero, invece, a consolidare la società.

I sindacati chiamano in causa anche le responsabilità politiche (il 51% di Enel è ancora in mano al Tesoro). «Stiamo pagando duramente l’assenza di peso politico del nostro territorio a livello nazionale», ha detto Gigi Petteni, segretario organizzativo della Cisl. «Quanto è avvenuto nella vicenda Enel Hydro è segno di mancanza di rispetto per la nostra realtà: noi non vogliamo rassegnarci e non vogliamo subire questo sopruso».

La preoccupazione che a breve possano cambiare anche i dati economici di una provincia che tutto sommato si è mantenuta a galla c’è. Anche per questo, ha sottolineato il segretario generale della Cgil Maurizio Laini, l’ex Ismes va «doppiamente difesa: sia per il suo peso occupazionale sia perché è un insediamento di qualità» e appare un controsenso perdere un simile «patrimonio intellettuale» proprio nel momento in cui si sottolinea l’importanza della ricerca per essere competitivi.

All’inizio della prossima settimana, si parla di lunedì, le segreterie nazionali dei sindacati incontreranno l’amministratore delegato di Enel, Paolo Scaroni. È probabile che in quell’occasione a Seriate ci sarà uno sciopero.

(26/4/2004)

© RIPRODUZIONE RISERVATA