«Guerra» europea ai giganti Cina e India

Il vicepresidente dell’Europarlamento Podestà spiega le strategie comunitarie per raccogliere la sfida «Impensabile competere con Paesi che pagano salari inferiori di 20 volte rispetto all’Occidente»

Anche se non rientrava fra i temi previsti, il problema del traffico ha comunque fatto capolino al convegno dell’Unione industriali sui finanziamenti europei alle piccole e medie imprese tenutosi ieri mattina nella sede di via Camozzi. Due dei relatori sono infatti rimasti bloccati nel caos delle autostrade super-intasate: il vicepresidente del Parlamento europeo Guido Podestà se l’è cavata con un’ora di ritardo, mentre Massimiliano Dragoni, della Commissione europea, ha impiegato quattro ore per raggiungere Bergamo da Varese.

Ecco perché all’incontro sulle Pmi si è anche parlato di infrastrutture, uno degli handicap del nostro sistema economico: «Occorre un rafforzamento della rete dei trasporti per il rilancio del settore industriale», ha detto il presidente dell’Unione industriali, Andrea Moltrasio. Podestà ha fatto riferimento ai «progetti infiniti» come la Pedemontana, «di cui sentiamo parlare da quando avevamo i pantaloni corti». E anche il presidente della Provincia Valerio Bettoni ha parlato di «gap infrastrutturale che si è andato accumulando nel passato» per poi fare l’elenco delle opere che la Provincia in questi anni si è impegnata a realizzare.

Sul piano più strettamente economico, tessile e metallurgico-siderurgico sono i comparti più in crisi. «Per il tessile - ha detto Moltrasio - chiediamo la reciprocità negli scambi commerciali e il rispetto da parte della concorrenza asiatica degli standard minimi sugli aspetti ambientali e sociali. Non chiediamo interventi protezionistici ma una parità di trattamento con i concorrenti stranieri». Quanto al metallurgico-siderurgico, per Moltrasio pesa l’aumento dei costi delle materie prime. Conclusione: «L’Europa è il posto giusto per governare la globalizzazione ed evitare fenomeni come declino e deindustrializzazione».

A battere il tasto dell’innovazione è stato il presidente della Camera di commercio Roberto Sestini: «Abbiamo costituito il Polo di Dalmine per sostenere lo sviluppo tecnologico». I programmi dell’Ue per la ricerca offrono interessanti opportunità alle imprese bergamasche, anche se Sestini non si è nascosto le difficoltà proprie della mentalità degli imprenditori indigeni: l’incapacità a collaborare fra loro. «In genere prevale la tendenza a far tutto da soli». Sestini ha poi sollecitato gli organismi comunitari a dare risposte agli imprenditori in tempi ragionevoli e ha ribadito la necessità di «fare lobby» a Bruxelles. E di una necessaria unità d’intenti ha parlato il consigliere regionale Carlo Saffioti: «La strada è quella della sinergia fra tutti i soggetti imprenditoriali».

«La Cina - ha detto Podestà - preoccupa perché se è vero che è un grande mercato che si apre anche alle imprese europee, è altrettanto vero che il nostro sistema economico sta soffrendo moltissimo per la concorrenza delle sue aziende. Lo stesso vale per l’India. È chiaro che occorre avere una risposta a livello comunitario, anche perché sempre più aziende rischiano di soccombere di fronte a questi due giganti che si stanno svegliando. È infatti impensabile cercare di competere con Paesi che pagano salari più bassi di venti o trenta volte rispetto a quelli occidentali». L’innovazione è fondamentale per le nostre aziende - ha proseguito il vicepresidente del Parlamento europeo - anche perché non è sempre detto che Cina e India vendano solo prodotti di basso livello qualitativo. «Di questi problemi - ha aggiunto Podestà - c’è consapevolezza in Europa. Noi abbiamo l’encefalogramma piatto, loro stanno correndo». Giusto fare lobby in Europa, giusto mettere mano alle riforme strutturali in Italia. «Senza escludere - ha concluso - neppure misure daziarie».

(24/3/2004)

Pierluigi Saurgnani

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