Il Valcalepio investe in nuove vigne

A Verona ottimismo fra i produttori: risposte positive alle iniziative promozionali del Consorzio

Diventa sempre più visibile la presenza dei produttori bergamaschi al Vinitaly, che vede anche la partecipazione con uno stand autonomo per la prima volta dopo l’ottenimento della Doc, del Consorzio di Tutela del Moscato di Scanzo.

Nello spazio del Valcalepio, il Consorzio di Tutela ha allestito una piazza circondata da gigantografie che riproducono le bellezze artistiche, architettoniche e paesaggistiche della provincia. «Credo che quest’anno lo spazio meglio pensato ed attrezzato sia il nostro - afferma Nino Grumelli Pedrocca, presidente del Consorzio - abbiamo ricevuto i complimenti di tutti gli altri lombardi. Con questa operazione intendiamo ribadire che il futuro del Valcalepio passa attraverso l’unità dei produttori e lo sfruttamento della simbiosi tra vino-territorio-turismo, realizzato principalmente attraverso le Strade del Vino».

Sergio Cantoni, direttore del Consorzio e della Cantina Sociale Bergamasca, è il principale artefice delle iniziative. «Il Cesvino, presentato l’anno scorso, raggiunge adesso il suo primo obiettivo - spiega -. Il Valcalepio della solidarietà commercializzato con un’apposita etichetta ha fruttato 33.500 euro di fondi che il Cesvi di Bergamo utilizzerà per sostenere la sua campagna anti Aids: domani staccheremo l’assegno alla presenza di Lella Costa, madrina dell’iniziativa. Poi sta andando molto bene l’inserimento nel filone degli wine-bar con l’offerta dei calici di degustazione del Valcalepio e di altro gadget griffati. Soprattutto da Milano si segnalano risultati positivi con richieste in continuo aumento».

Emanuele Medolago Albani, produttore in Trescore e vicepresidente del Consorzio, segnala come lo stesso consumatore bergamasco stia prendendo coscienza della qualità dei vini prodotti sulla sua terra. "È dimostrato dall’interesse della ristorazione e della distribuzione: fino a poco tempo venivano snobbati, ora ci cercano sempre più frequentemente anche per il favorevole rapporto qualità-prezzo». La crisi generale che sembra attanagliare tutto il mondo dell’enogastronomia di qualità non tocca quindi il Valcalepio, così almeno traspare da quanto dichiarano i produttori presenti al Vinitaly.

Segnalano crescite Patrizia Meratti de La Brugherata di Scanzo, Marco Bernardi de La Tordela di Torre dè Roveri, Franco Plebani del Calepino di Castelli Calepino, Stefano Perletti de Le Corne di Grumello che anche sul difficile mercato tedesco (il recente Prowein di Dusseldorf ne è stata la cartina al tornasole) ha trovato nuovi sbocchi, Enrico Rota della 4R che sta avendo con i Valcalepio della linea Villa Domizia un successo che "va oltre le nostre previsioni"; Pierluigi Garoglio direttore commerciale del Podere Cavaga è convinto che la crescita potrà consolidarsi con operazioni che coinvolgano i clienti in operazioni culturali (l’azienda darà presto alle stampe una guida-manuale dedicata alla ristorazione ed intitolata "Ricette di Vita").

Ma il fatto più positivo in assoluto è la velocità con cui sta procedendo il rinnovamento dei vigneti. I risultati tangibili si vedranno da qui a qualche anno, ma questo è un passo fondamentale nella ricerca di un ulteriore miglioramento qualitativo. Vincenzo Tallarini (che cura anche il catering alla piazza del Valcalepio) ha investito molto sia in vigna che in cantina: «Abbiamo iniziato una decina di anni reimpiantando vigne, quindi la cantina di vinificazione è stata ingrandita e razionalizzata - spiega - . Il percorso è sfociato nei nuovi vini della Collezione Tallarini che sono pronti in cantina in attesa di ricevere un’adeguata vestizione». L’opera di rinnovamento dei vigneti sta per concludersi anche alla Tenuta Castello di Grumello di Cristina Kettliz; alla Bonaldi di Petosino; alla Rocchetta di Sarnico (che presto disporrà anche di una nuova cantina a Castel Merlo); alla Caminella di Cenate Sotto; a San Pietro della Passere di San Paolo d’Argon dove Angelo Pecis (che ritorna quest’anno al Vinitaly dopo un paio d’anni d’assenza) ha dato il via ai reimpianti. Il problema non tocca Mauro Tajariol al Castello degli Angeli di Carobbio. Il recente impianto è stato realizzato con concetti estremi (inusuali per la Valcalepio) per densità e sistemi di allevamento. Con la consulenza di Rainer Rierock, filosofo prima che tecnico del mondo del vino, ha realizzato dei Valcalepio che hanno destato grande interesse.

(11/04/2003)

Su L’Eco di Bergamo del 11 aprile 2003

Elio Ghisalberti

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