Imprenditore bergamasco in trincea
«Fuggito appena in tempo da Kiev»

«Un momento terribile: immagino quegli innocenti massacrati, ormai la situazione è completamente fuori controllo. Da qualche giorno è così a Kiev, un’escalation inimmaginabile fino a qualche settimana fa. Il mio sesto senso mi ha salvato».

«Un momento terribile: immagino quegli innocenti massacrati, ormai la situazione è completamente fuori controllo. Da qualche giorno è così a Kiev, un’escalation inimmaginabile fino a qualche settimana fa. Il mio sesto senso mi ha salvato: domenica sera ho rotto gli indugi e ho preso il primo aereo per l’Italia. È stata la mia fortuna».

Così l’imprenditore bergamasco Giampaolo Scaramucci descrive l’orrore che si sta vivendo nella capitale dell’Ucraina. Il disastro, oltre agli eccidi e agli scontri ormai continui tra insorti, agenti ed esercito, si riflette fatalmente anche sulla situazione economica.

«Si è bloccato tutto, è la paralisi - spiega Scaramucci, che a Kiev ha fondato una società che esporta e promuove prodotti italiani di qualità nei settori fashion abbigliamento e accessori: la FM Investiment -: io ho una casa nella capitale ucraina: dovevamo partecipare a due fiere importanti, ma ormai la situazione è ingestibile, hanno annullato tutto. D’altronde la gente non ha più risorse: in tanti si sono visti bloccare gli stipendi e ora vedo dal canale satellitare russo che i cecchini sparano dai tetti in piazza Maidan sulla gente inerme: pensare che fino a sabato pomeriggio ero lì anch’io: ci ero andato per capire cosa stava succedendo. C’era un’aria strana, i manifestanti sembrava temessero il peggio, ma nessuno poteva pensare a questa carneficina».

Ora il timore è che prima o poi «arriverà la Russia - spiega l’imprenditore -. Anche l’Europa però ha le sue responsabilità: il Paese rischia il default e loro avevano promesso aiuti pari a 15 miliardi di dollari in caso di avvicinamento all’Europa, salvo poi ridurre drasticamente queste cifre. È davvero straziante vedere un Paese già economicamente in ginocchio, divorarsi nella guerra civile. Pensare che fino a qualche anno fa la situazione era molto diversa».

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