Incontro tra sindacati e Italcementi
Obiettivo: cassa unica per il gruppo

Si è svolto lunedì 2 novembre a Roma l’atteso incontro tra i sindacati e Italcementi. Da quello che è emerso si sarebbe condiviso un percorso per una cassa integrazione straordinaria unica per tutto il gruppo, previe verifiche nelle sedi ministeriali competenti.

Per il sindacato il percorso è questo: 12 mesi di cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione, più altri 24 mesi. Niente strade separate, quindi, tra i lavoratori della sede di via Camozzi e delle cementerie principali e quelli di due cementerie in chiusura e di tre in trasformazione in centri di macinazione.

Le parti sono ora in attesa della data in cui saranno convocate a Roma dal Ministero dello Sviluppo economico e dal Ministero del Lavoro. I sindacati hanno già preparato un pacchetto di 24 ore di sciopero se dal governo non arrivassero risposte positive sul tema degli ammortizzatori sociali, tenendo conto che si punta a chiudere la partita entro la fine dell’anno.

Manifestazione nazionale davanti alla sede centrale di Italcementi a Bergamo, un pacchetto di 24 ore di sciopero e un presidio presso la sede ministeriale che ospiterà il tavolo di confronto sugli ammortizzatori sociali: sono le iniziative messe in campo dai sindacati nazionali FenealUil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil nella delicata vertenza Italcementi, dopo l’ennesimo incontro odierno. «Nel corso del confronto con il Coordinamento nazionale delle Rsu e la Direzione di Italcementi - riferiscono le segreterie nazionali delle tre sigle - quest’ultima si è resa disponibile a ricercare soluzioni che possano ricomprendere, nell’utilizzo degli ammortizzatori sociali, tutto il perimetro aziendale. Martedì 3 novembre invieremo una lettera congiunta ai Ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro e Politiche Sociali, per trovare un’ampia soluzione che eviti di lasciare i lavoratori scoperti, senza ammortizzatori sociali».

Nel frattempo il Coordinamento Nazionale delle Rsu ha dato mandato alle segreterie nazionali di programmare un pacchetto di mobilitazioni che comprendono un presidio presso la sede ministeriale che ospiterà il tavolo di confronto sugli ammortizzatori sociali, un pacchetto di 24 ore di sciopero, articolate, e una manifestazione nazionale davanti la sede centrale di Italcementi a Bergamo. «Queste due ultime iniziative - riferiscono i sindacati - saranno immediatamente attuate qualora non vi fossero risposte dai ministeri interessati entro il prossimo 10 novembre».

Da martedì 3 in tutti i siti produttivi del Gruppo, sventoleranno le bandiere di Feneal, Filca, Fillea proprio per tenere viva l’attenzione sulla vertenza. Da parte dei sindacati, infine, prosegue l’azione di coinvolgimento delle istituzioni e dei parlamentari locali, per contribuire a risolvere positivamente la vertenza e per intervenire presso i ministeri competenti per il riconoscimento di ammortizzatori sociali straordinari che ricomprendano l’intero perimetro aziendale.

In serata è arrivata anche una nota di Italcementi sull’incontro di Roma. Eccola, missiva comune ma con un distinguo. « Una lettera congiunta Italcementi-Sindacati ai ministri Giuliano Poletti e Federica Guidi, per chiedere un esame della situazione e valutare gli strumenti più adeguati per farvi fronte. In seguito all’incontro di oggi, l’azienda ha dato ai sindacati la disponibilità a verificare presso i ministeri competenti la possibilità di attivare più ampie coperture sociali a favore dei dipendenti del Gruppo».

«Nel corso dell’incontro, Italcementi ha confermato il proprio piano industriale e gli strumenti di sostegno al reddito per la gestione dello stesso, sulla scorta delle nuove regolamentazioni introdotte dal Jobs Act. Al momento, dunque, è confermata l’intenzione di portare a conclusione il piano di ristrutturazione avviato nel 2013, con due percorsi distinti: uno per la sede e le cementerie principali, con durata degli ammortizzatori sociali fino a settembre 2017; l’altro per due cementerie in chiusura e tre in trasformazione in centri di macinazione, con durata della cassa integrazione fino a gennaio 2017. Eventuali allargamenti della copertura saranno oggetto del confronto in sede ministeriale».

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