Offerta di Intesa per rilevare Ubi
Il patto Car: serve tempo per valutare

Pioggia di reazioni dopo la clamorosa mossa a sorpresa del secondo gruppo bancario del Paese, annunciata nella notte lunedì 17 febbraio, undici ore dopo la presentazione a Milano del piano industriale Ubi da parte di Massiah. Rinviato l’incontro con i dipendenti Ubi previsto mercoledì 19.

Nella mattina di martedì 18 febbraio si susseguono le reazioni alla clamorosa offerta di acquisto annunciata nella notte fra lunedì 17 e martedì da Intesa Sanpaolo su Ubi Banca. Tra gli altri, fonti vicine al patto Car hanno sottolineato: «Ubi è centrale per l’Italia e il suo sistema bancario. Il Car è già al lavoro per valutare il quadro, ma le riflessioni prenderanno il loro tempo». Il Car è il patto di consultazione degli azionisti di Ubi Banca, che vede in prima fila alcuni grandi nomi dell’imprenditoria bergamasca, da Bosatelli a Bombassei, da Radici ad Andreoletti e Pilenga, e che raccoglie in 18,7% del capitale di Ubi, con la prospettiva di arrivare fino al 20%.

Nel frattempo si è saputo che è stato rinviato a data da destinarsi l’incontro in programma domani, mercoledì 19 febbraio: il consigliere delegato di Ubi Banca, Victor Massiah, avrebbe dovuto incontrare i dipendenti dell’istituto per spiegare il piano industriale appena approvato. Il banchiere sta rientrando da Londra dopo che ieri sera, prima che deflagrasse la notizia dell’ops di Intesa, ha presentato il piano in una cena con gli investitori della City.

Per quanto riguarda l’offerta lanciata da Intesa Sanpaolo, nella mattina di martedì 18 febbraio fonti vicine alI’Istituto hanno chiarito che l’ offerta di scambio volontaria non è stata concordata. L’Istituto non considererebbe comunque l’intervento come «ostile» perché – viene spiegato – la banca oggetto dell’operazione viene considerata tra l’altro ben gestita.

La decisione di lanciare un’offerta pubblica di scambio volontaria, specifica il comunicato, è stata assunta lunedì. Oggetto dell’offerta è la totalità delle azioni ordinarie di Unione di banche italiane, terzo gruppo del Paese, erede della tradizione della Banca Popolare di Bergamo, guidato dal consigliere delegato Victor Massiah che proprio lunedì a Milano ha presentato il piano industriale al 2022.

Per ogni azione Ubi che verrà portata in adesione all’offerta, Intesa Sanpaolo offrirà un corrispettivo unitario, «non soggetto ad aggiustamenti» precisa la nota, pari a 1,7 azioni ordinarie dell’offerente. Questo significa che ogni dieci azioni Ubi che verranno conferite, l’azionista ne riceverà 17 di Intesa Sanpaolo. In base ai prezzi ufficiali di Borsa rilevati alla chiusura di venerdì, il corrispettivo offerto esprime una valorizzazione pari a 4,254 euro per ogni azione di Ubi. Questo significa che il premio riconosciuto rispetto al prezzo ufficiale di Ubi di venerdì, che era di 3,333 euro, è pari al 27,6%. Da considerare, fra l’altro, che proprio ieri dopo la presentazione del piano industriale Ubi ha registrato un rally in Borsa, con un balzo del 5,5% a 3,49 euro. Le azioni di Intesa saranno emesse con un aumento di capitale con esclusione del diritto di opzione, riservato agli azionisti che aderiranno all’offerta.

L’aumento di capitale sarà sottoposto all’assemblea straordinaria dei soci di Intesa che si terrà il 27 aprile. L’eventuale acquisizione di Ubi da parte di Intesa comporterebbe una riorganizzazione del gruppo, anche in funzione Antitrust, con la cessione di filiali a Bper (tra 400 e 500) e attività assicurative a Unipol. La mossa a sorpresa di Intesa cambia radicalmente gli scenari sulle aggregazioni bancarie e mentre in altre ipotesi Ubi avrebbe condotto le danze, ora con l’offerta lanciata da Intesa si trova a passare inaspettatamente dalla posizione di acquirente a quella di possibile «preda».

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