Italcementi, ancora sciopero
Lunedì presidio, «vertenza delicata»

Lunedì nuovo presidio davanti all’ingresso della cementeria di Calusco d’Adda, mentre prosegue lo sciopero ad oltranza proclamato la scorsa settimana dalla Rsu.

Continua il braccio di ferro tra Italcementi e sindacati sulla trattativa per il riconoscimento del premio aziendale legato alla marcia dei forni che vanno oltre le 37 ore settimanali. Con il fermo confermato anche per lunedì, siamo al quarto giorno di sciopero.

«Siamo in attesa di un segnale dall’azienda - fa sapere Luciana Fratus della Fillea-Cgil -, la presunta crisi del settore non deve essere un alibi per non riconoscere ai lavoratori la loro professionalità, vero valore aggiunto dell’azienda». Fillea Cgil e Filca Cisl, insieme alle Rsu, alla vigilia della mobilitazione avevano definito la proposta economica avanzata dall’azienda «inaccettabile e non rispettosa del lavoro, delle performance prodotte e dell’impegno profuso dai lavoratori in questi anni».

Italcementi, che dal luglio 2016 è di proprietà del colosso tedesco HeidelbergCement, si è detta disponibile a riconoscere, quest’anno, 275 euro lordi a fronte di una richiesta dei sindacati di 800 euro. Il premio riguarda i lavoratori degli impianti di Calusco d’Adda (150 persone), Rezzato (Brescia) e Matera. Dopo il primo giorno di sciopero (giovedì) che ha visto un’adesione altissima, l’azienda ha proposto ai sindacati un incontro a Roma il 7 novembre. Proposta respinta dai lavoratori di Calusco alla luce della decisione precedentemente da Italcementi di portare la trattativa a livello locale «per escludere - sostengono i sindacati - alcuni siti produttivi».

«Vertenza delicata che si sta complicando, siamo arrivati ad un punto di tensione tra le parti che non facilita» sottolinea Danilo Mazzola della Filca-Cisl. «Le richieste di fondo dei lavoratori sono dignitose - aggiunge - e sono relative a tre impianti che stanno lavorando a ciclo continuo. Non si stanno chiedendo soldi in un clima di difficoltà». No comment dall’azienda che rimanda alla posizione espressa nei giorni scorsi. «Con lo sciopero - recitava una nota - i sindacati locali, oltre a non rispettare gli accordi sottoscritti, dimostrano di non considerare che l’azenda e il settore in generale, risentono ancora gli effetti di una crisi profonda».

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