Italcementi, sindacati preoccupati
«Servono garanzie su occupazione»

FenealUil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil chiedono garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali. In Italia il Gruppo conta circa 3.000 dipendenti.

«L’accordo con il quale Italcementi ha ceduto il 45% del Gruppo ai tedeschi di Heidelberg ci preoccupa nel metodo e nel merito, e getta ombre inquietanti sul futuro della società e sul destino dei circa 3.000 dipendenti italiani». Lo dichiarano i segretari nazionali di FenealUil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil, Fabrizio Pascucci, Riccardo Gentile e Marinella Meschieri.

«Il metodo è semplicemente da stigmatizzare – spiegano i tre sindacalisti – perché tutta l’operazione è stata fatta tenendo all’oscuro le organizzazioni sindacali, non considerando quindi le più elementari norme di buone relazioni industriali. Ci chiediamo a questo punto a cosa servano i Cae (Comitati Aziendali Europei), creati proprio allo scopo di garantire lo scambio di informazioni fra i lavoratori all’interno dei gruppi multinazionali, per evitare comportamenti scorretti come questi. Ma soprattutto – proseguono – l’accordo ci preoccupa nel merito, perché non dà alcuna garanzia sul mantenimento dei livelli occupazionali rispetto al piano di ristrutturazione, che si concluderà a gennaio 2017, sia per quanto riguarda gli stabilimenti che la sede direzionale di Bergamo, nella quale lavorano circa 600 persone. Ci auguriamo che il nuovo assetto societario non disperda la grandissima professionalità acquisita negli anni dai dipendenti di Italcementi. Da parte nostra abbiamo già chiesto un incontro urgente, nel quale ribadiremo la contrarietà ad ogni intervento che penalizzi i lavoratori.

«La vicenda – concludono Pascucci, Gentile e Meschieri – ci rammarica anche perché assistiamo al passaggio in mani straniere dell’ennesimo pezzo importante e prestigioso del Made in Italy, rispetto al quale sarebbe necessario che anche il Governo chieda garanzie sulla natura e sulla qualità del piano industriale».

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