«K-Idea», inventori cercansi
Ultimi giorni per i progetti

Nuovo appuntamento per le intuizioni, le idee e le invenzioni, che si ritroveranno il 6 giugno al Kilometro Rosso di Stezzano, per la sesta edizione di «K-Idea». «È un’occasione per gli inventori di far conoscere le proprie intuizioni» sottolinea Mirano Sancin.

Nuovo appuntamento per le intuizioni, le idee e le invenzioni, che si ritroveranno il 6 giugno al Kilometro Rosso di Stezzano, per la sesta edizione di «K-Idea».

«È un’occasione per gli inventori di far conoscere le proprie intuizioni a un pubblico di valorizzatori e imprenditori che possono svilupparle e realizzarle – sottolinea Mirano Sancin, direttore per lo Sviluppo e l’innovazione del Kilometro Rosso –. Ci rivolgiamo soprattutto a quei soggetti che operano in ambienti non convenzionali, fuori dai centri di ricerca, e che per questo motivo fanno fatica a far crescere le proprie idee. La “K”, infatti, oltre ad essere un richiamo al logo del nostro parco scientifico, sta per “key”, una chiave, o “kairos” un tempo opportuno, un’opportunità, per venire allo scoperto, valorizzando così le nuove idee».

Proprio per lo spirito dell’iniziativa (che nelle cinque edizioni passate ha presentato complessivamente oltre 600 idee), l’originalità, la creatività e il potenziale in termini di sviluppo sono i tre elementi che la commissione di valutazione utilizzerà per la selezione di un gruppo ristretto di proposte, tra quelle che possono ancora essere inviate fino al 30 maggio collegandosi al sito www.k-idea.eu.

Le idee vincitrici, che verranno presentate il 6 giugno (a partire dalle 9.30, con la registrazione dei partecipanti, in un programma che si articolerà fino alle 17), potranno confrontarsi con una platea di potenziali partner industriali, imprenditori e operatori della finanza d’impresa, che a loro volta potranno trovare un’opportunità per implementare nuove soluzioni tecnologiche, valutarne eventuali applicazioni industriali e stimolare la creazione di nuove imprese ad alta intensità di conoscenza.

Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 23 maggio 2014

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