La Cgil: camionisti pigri?
«Il lavoro ormai è insostenibile»

Marco Sala della Filt risponde al segretario Fai Bendotti rispetto alla difficoltà di reperire autotrasportatori.

Ecco il pomo della discordia: «È il lavoro o è la voglia di lavorare che manca?». Il quesito lo ha posto - dalle pagine del nostro giornale cartaceo e on line - Doriano Bendotti, segretario della Fai (Federazione autotrasportatori italiani) di Bergamo. E Marco Sala, segretario generale della Filt-Cgil orobica, non ci sta a sentire parlare di pigrizia dei giovani che eviterebbero di scegliere il mestiere del camionista per svogliatezza. «Le condizioni di lavoro in questo settore sono diventate insostenibili - afferma Sala -. Il contratto nazionale di riferimento prevede la possibilità di lavorare fino a 47 ore a settimana (estensibile fino a 58 ore o a 61, eccezionalmente) e la normativa europea prevede un’attività di guida fino a nove ore al giorno, estensibili a 10 ore per due volte a settimana». Il punto è, continua il sindacalista, che «a fronte di un orario di lavoro già impegnativo, le aziende virtuose, quelle di grandi dimensioni, che rispettano le regole in Italia si contano sulle dita di una mano».

Fuori dalle regole ci sarebbe «una miriade di piccole e piccolissime aziende, a volte a conduzione familiare». E ancora: «C’è un abuso di lavoro nero, ci sono manipolazioni frequenti del cronotachigrafo che serve al calcolo delle ore di guida effettiva, c’è chi utilizza automezzi senza cuccetta per l’autista malgrado la normativa lo preveda. La paga, poi, non è più quella di una volta, e quasi sempre gli autisti devono sostenere anche i costi dispendiosi per patentini di trasporto di merce speciale», evidenzia Sala.

Proprio il capitolo delle tutele del settore dell’autotrasporto ha contribuito a rompere le trattative del tavolo nazionale: per questo Fit-Cisl, Filt-Cgil e UilTrasporti il 30 e 31 ottobre hanno proclamato uno sciopero nazionale di 48 ore.

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