La farina del pane bergamasco
«Ideale per produrre il panettone»

La farina bergamasca è tanto buona da poterci fare il panettone e il modello bergamasco della produzione di pane si è consolidato in una legge regionale approvata da poco che, in materia di produzione e tutela dell’attività di panificazione, valorizza la filiera lombarda.

La farina bergamasca è tanto buona da poterci fare il panettone e il modello bergamasco della produzione di pane si è consolidato in una legge regionale approvata da poco che, in materia di produzione e tutela dell’attività di panificazione, valorizza la filiera lombarda.

I risultati sono stati snocciolati giovedì 19 dicembre da Roberto Capello, presidente di Aspan (Associazione panificatori bergamaschi) e ideatore dell’iniziativa avviata in sordina nel 2010. Il progetto di filiera corta orobica sarà dunque esportato nelle undici province della nostra regione. Si è già partiti, questo autunno, con la semina nei campi di Brescia, Cremona e Milano. Le altre province si affiancheranno e, nell’attesa, potranno intanto acquistare il pane bergamasco.

Nel 2013 in terra orobica sono stati coltivati a grano 600 ettari di terreno, 35 le imprese coinvolte, 24 mila i quintali raccolti (nonostante le condizioni climatiche avverse, causa le abbondanti piogge), 18 mila i quintali di farina ottenuta per complessivi 21.900 quintali di pane. Un passo da gigante.

.A proposito del panettone made in Bergamo, new entry del Natale 2013, Capello ha aggiunto: «La bontà della farina ottenuta, con cui si è potuta avviare la produzione di panettoni, è frutto del protocollo disciplinare sottoscritto quest’anno dagli agricoltori che prevedeva meccanismi incentivanti, di 20 euro a tonnellata, una volta raggiunti parametri qualitativi superiori al previsto».

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