«No alle promozioni pre-saldi»
Confesercenti: controproducente

«Con l'approvazione in Consiglio Regionale della legge che consente l'effettuazione delle vendite promozionali si profila il venir meno dell'ultimo riferimento normativo disciplinante il commercio». Lo dichiara Confesercenti.

«Con l'approvazione in Consiglio Regionale della legge che consente, seppure in via sperimentale, l'effettuazione delle vendite promozionali anche nei trenta giorni precedenti i saldi, si profila il venir meno dell'ultimo riferimento normativo disciplinante il commercio con particolare riguardo al settore della moda». Confesercenti non è d'accordo sulle novità legate alla vendita promozionale: «Questo provvedimento risponde certamente ad un'impellente bisogno di liquidità avvertito da molte aziende del settore moda, più di altre colpite dalla recessione in atto - osserva in modo critico Orfeo Lumina, presidente della Fismo (Federazione Italiana Settore Moda) Confesercenti - ma secondo noi non avrà un grande impatto sul clima di sfiducia che investe i consumatori: da sempre sosteniamo che la crisi dei consumi si supera agendo non tanto sotto il profilo delle regole che disciplinano il settore, quanto con interventi di politica fiscale che allentino la pressione sul reddito disponibile delle famiglie».

La norma prevedeva che l'operatore commerciale, al fine di promuovere la vendita di uno, più o tutti i prodotti potesse applicare sconti o ribassi sul prezzo normale di vendita, tranne che nei trenta giorni antecedenti la data dei saldi, cioè le vendite effettuate per favorire la rimozione dai magazzini della merce suscettibile di notevole deprezzamento. «Sospendere tale divieto rischia di svilire il potenziale dei saldi che a nostro avviso continuano a rappresentare una buona occasione commerciale per imprese e consumatori - prosegue Lumina -. Certamente sui saldi si è incorso in questi ultimi anni in un equivoco anche lessicale che ha portato a confonderli con le vendite promozionali: potevano forse considerarsi di “fine stagione” le vendite che iniziavano a luglio o a gennaio?».

La Fismo Confesercenti non nega che il settore abbia la necessità di riorganizzarsi: il prodotto finito arriva al consumatore caricato di troppi costi inutili, dunque occorre snellire la filiera. Ma sui saldi è necessario avviare una discussione non condizionata dalla situazione di emergenza. «I saldi hanno bisogno di recuperare appeal nei confronti dei consumatori ed efficacia dal punto di vista commerciale, anche alla luce dei nuovi trend di consumo. Dunque perché non pensare a un unico periodo nel corso dell'anno, magari al termine della stagione invernale, in cui concentrare le vendite finalizzate allo svuotamento dei magazzini?»

© RIPRODUZIONE RISERVATA