Latte, scatta l’obbligo di etichettatura
Svolta contro il falso made in Italy

«Arriva la nuova etichetta di origine per il latte e finalmente abbiamo uno strumento in più per valorizzare il nostro prodotto, tutelare le nostre stalle e assicurare maggiore trasparenza ai consumatori».

Così il presidente della Coldiretti bergamasca Alberto Brivio commenta l’importante provvedimento varato dal ministero delle politiche agricole che rende da oggi obbligatoria in etichetta l’indicazione dell’origine della materia prima dei prodotti lattiero caseari in Italia come ad esempio il latte Uht, il burro, lo yogurt, la mozzarella, i formaggi e i latticini. Esso si applica al latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale e prevede l’utilizzo in etichetta di due diciture: il «Paese di mungitura», con il nome del Paese nel quale è stato munto il latte; e il «Paese di confezionamento e trasformazione», col nome del Paese nel quale il latte è stato condizionato o trasformato.

Per il ministro Maurizio Martina «l’etichetta d’origine obbligatoria per latticini e formaggi è un traguardo storico per il nostro Paese che ci consente di creare un nuovo rapporto tra produttori e consumatori. Questo vuol dire tutelare il Made in Italy, il lavoro dei nostri allevatori e fa crescere una vera e propria cultura del cibo. La nostra battaglia in Europa quindi non finisce qui. Andiamo avanti collaborando ancora con la Commissione per rafforzare sempre più gli strumenti a disposizione e affermare così un modello distintivo di qualità ed eccellenza».

Soddisfazione anche da parte di Confagricoltura Bergamo: «Questo provvedimento - spiega il presidente Renato Giavazzi - diventa un banco di prova importante per dare ai nostri consumatori ulteriori elementi informativi sui prodotti e per acquistare con sempre maggiore consapevolezza. Occuparsi di questi temi è un modo fondamentale per valorizzare il made in Italy». In Bergamasca sul fronte latte ci sono oltre 55.000 capi che producono ogni anno circa 3 milioni di quintali di latte.

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