L’edilizia riparte, ma mancano i muratori
Troppo pericoloso, i giovani scappano

Il muratore non va più di moda. Il mestiere che per anni ha caratterizzato l’essenza stessa dell’essere bergamasco è ormai poco appetibile dalle nuove generazioni anche perché ritenuto troppo pericoloso.

Eppure il settore, dopo la batosta della crisi che ha decimato imprese e addetti, ha iniziato la sua lenta ripresa e sarà fondamentale per la trasformazioni delle città in ambito sostenibile nel prossimo futuro. Anche per questo le sigle sindacali di riferimento, Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, hanno indetto per il prossimo 15 novembre un’altra manifestazione nazionale, dopo quella di febbraio e lo sciopero generale dello scorso marzo. Cento le piazze coinvolte in tutta Italia in una sorta di flash mob in aree sensibili. In Lombardia, per esempio, il raduno si terrà a partire dalle 10 di venerdì sul ponte di Annone Brianza in provincia di Como, simbolo di un’emergenza di ricostruzione di cui il settore deve essere protagonista. L’obiettivo è di continuare a battere il chiodo per ottenere conferma delle migliorie conquistate fino ad ora.

«Non vogliamo fermarci perché con le manifestazioni di inizio anno c’è stata una timida apertura - commenta Simone Alloni di Filca, che sottolinea -: uno degli aspetti più importanti è quello della sicurezza, siamo stanchi di comunicare ogni settimana infortuni e tragedie. Serve più formazione e va stimolato un senso comune sulla prevenzione». Proprio questo rischio è uno dei fattori che allontanano di più i giovani dal settore, ma non solo. Come tutti gli altri impieghi anche l’edilizia sta cambiando, muovendosi sia verso nuove tecnologie e nuovi macchinari, sia in direzione di una digitalizzazione che sta cambiando il modo di fare il muratore e produrre i prodotti dell’edilizia. Per questo il settore potrebbe trovarsi presto in carenza di manodopera, ribaltando completamente la sua condizione di qualche anno fa.

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