L’Usb contesta davanti alla Cgil
«L’accordo con Hydra è sbagliato»

Sindacato contro sindacato. L’Usb ha inscenato una manifestazione davanti alla sede Cgil per contestare l’accordo firmato dal sindacato di via Garibaldi con la Hydra, consorzio che gestisce il trasporto pesante all’interno dell’ospedale.

Sindacato contro sindacato. L’Usb - Unione sindacale di base - ha mandato in scena lunedì mattina una manifestazione davanti alla sede Cgil per contestare l’accordo firmato dal sindacato di via Garibaldi con la Hydra, consorzio che gestisce il trasporto pesante all’interno dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Usb - scesa in piazza con una ventina di persone armate di striscioni e megafoni - contesta in toto l’accordo sostenendo che non ha senso: perché, dicono dalla Usb, era in corso una trattativa con l’azienda per gli esuberi e si stavano cercando sistemazioni per i lavoratori in altre strutture.

Secondo l’Usb - che ha anche chiesto all’ospedale e all’azienda Hydra di poter vedere il capitolato per valutare il numero reale delle persone coinvolte - ci sarebbero ancora gli estremi per una riorganizzazione.

In base all’accordo siglato con la Cgil invece si riducono le ore di lavoro e scattano gli esuberi. La procedura di mobilità era stata aperta per 27 lavoratori il 5 marzo scorso dal Consorzio Hydra società cooperativa a.r.l., che aveva ottenuto l’affidamento temporaneo del servizio da parte della società Siram (che gestisce tutti gli appalti interni) a partire dal 1° ottobre 2013 e che, a novembre, si era poi aggiudicato l’appalto di tre anni, per il quale aveva anche assunto personale.

Ad essere coinvolti sono i lavoratori che si occupano del trasporto di carichi di varia natura, dal cibo, ai rifiuti in arrivo da sale operatorie e reparti, dalla biancheria, al materiale sterile, a farmaci e dispositivi medici.

Per ridurre l’impatto dei tagli, due settimane fa, tra azienda e Filcams-Cgil era stato raggiunto un accordo in cui si favorisce la mobilità volontaria scaglionata in modo da consentire ai lavoratori che al momento non abbiano la copertura necessaria per accedere all’Aspi di raggiungerla nei prossimi mesi con garanzie retributive e contributive, fino alla cessazione del rapporto di lavoro. L’ipotesi d’intesa era stata raggiunta il 28 marzo, poi sottoposta al parere dei lavoratori che l’hanno approvata. La protesta dell’Usb ora potrebbe riaprire la discussione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA