L’uomo dei conti di Monasterolo
da Maranello alla Ferrari del mare

Un bergamasco nella stanza dei numeri del gruppo Ferretti, ma soprattutto un manager di Monasterolo chiamato ad occuparsi della Riva, passando da un’azienda cult come la Ferrari a un’altra altrettanto mitica, definita da sempre «la Ferrari del mare».

Un bergamasco nella stanza dei numeri del gruppo Ferretti, ma soprattutto un manager di Monasterolo chiamato ad occuparsi della Riva, passando da un’azienda cult come la Ferrari a un’altra altrettanto mitica, definita da sempre «la Ferrari del mare».

Anche se l’ufficialità arriverà solo a fine anno (si insedierà nel quartier generale di Forlì dal 1° gennaio), il board della società oggi a maggioranza cinese ha già deliberato a fine novembre la nomina di Italo Valenti a direttore Amministrazione, finanza e controllo del gruppo. Naturalmente negli ambienti ufficiali tutti (men che meno l’interessato) preferiscono non commentare ancora la notizia, che però è già certa, dal momento che proprio Piero Ferrari, vicepresidente della società del Cavallino, entrato lo scorso aprile anche nel nuovo Team Strategico di Prodotto di Ferretti, seppur a malincuore ha dato il «via libera» all’operazione.

Così, questo 49 enne sposato con tre figli, che non ama la ribalta ma che fa della passione per i numeri uno dei fattori decisivi della sua mission («I numeri parlano, mi piace trasformarli in informazioni, danno soddisfazione», ci aveva detto nell’unica intervista che finora siamo riusciti a strappargli, tre anni fa), sta sgomberando in questi giorni la sua scrivania di Maranello per raggiungere nella sede romagnola di Ferretti, un’altra vecchia conoscenza della grandeur Riva, quel Ferruccio Rossi, oggi amministratore delegato del gruppo e in passato ad proprio dei Cantieri Riva di Sarnico.

Ad attenderlo una mission delicata: dovrà dichiarare guerra agli sprechi che si annidano nelle pieghe dei bilanci della capogruppo e delle controllate, stare attento ai costi, senza mortificare la ricerca e sviluppo, senza la quale, la nautica rischierebbe di continuare a navigare nei mari tempestosi che hanno accompagnato il settore negli ultimi anni.

In questi due anni che hanno seguito la cessione della maggioranza ai cinesi, peraltro ben digerita da mercato e clienti, Ferretti ha dovuto ribadire con forza il suo ruolo di icona del made in Italy: l’esperienza di Valenti in un altro settore strategico come quello delle auto di lusso, può trasformarsi in valore aggiunto, diventando fattore di crescita per il gruppo.

Nato a Casazza, bocconiano doc, nonostante in settimana, per motivi logistici, abbia scelto in questi anni come seconda casa Castelvetro, 7 chilometri da Maranello, Valenti non rinuncia mai a tornare nel suo buen ritiro di San Felice al Lago, frazione di Monasterolo, dove ogni tanto capita di vederlo in tuta praticare running nel verde.

Valenti comincia a farsi le ossa in BTicino, per poi avvicinarsi a casa, lavorando in Abb Sace ed accasarsi per un po’ alla Beretta di Gardone Valtrompia, dove diventa direttore Pianificazione e controllo di gruppo. Nel 2002 il grande salto: arriva in Ferrari con lo stesso ruolo che aveva in Beretta: responsabile Pianificazione e controllo della gestione delle Gran turismo (le vetture da strada). Dopo quattro anni diventa anche capo del controllo delle licenze e del brand, ruolo fondamentale per una maison come quella modenese, che proietta la sua immagine vincente in ogni angolo del pianeta.

Valenti è in prima linea quando Montezemolo ordina l’ulteriore sviluppo di prodotti marchiati Ferrari e l’espansione dei Ferrari store, la catena di negozi monomarca in franchising. Nel maggio 2009 il passo più importante: diventa l’uomo dei conti, il gran capo della finanza Ferrari. In tutto 11 anni a Maranello, destinati a rimanere per sempre il suo più grande biglietto da visita.

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