Moda, cotone, etica e creatività
Con Elisa Albini festeggia 140 anni

Il cotone più bello al mondo? È quello di Albini e arriva dai campi di cotone egiziani che la famiglia di Albino cura da oltre 20 anni. E proprio per festeggiare 140 anni di storia, il gruppo della Val Seriana guarda alle terre che si affacciano sul Nilo, trovando in una bellissima top model e attrice di origini egiziane la madrina per questo speciale anniversario.

Con un significato sicuramente fashion, ma soprattutto etico: «Un progetto coerente alla nostra storia – spiega Silvio Albini, presidente dell’omonimo Gruppo -. C’è prima di tutto un omaggio all’Egitto e al nostro amore per le materie prime, e poi c’è Elisa Sednaoui, scelta per il suo legame con questa terra e per la fondazione che ha istituito».

Nata da padre egiziano e madre italiana, nelle origini di Elisa e della sua famiglia c’è, tra l’altro, proprio il commercio dei tessuti. Ma non solo: la top model è la fondatrice di un’associazione, con sede a Luxor, che ha l’obiettivo di organizzare e mettere a punto programmi educativi destinati a stimolare la creatività dei bambini. «Diffondere principi di responsabilità sociale è il nostro principale obiettivo - continua Silvio Albini -. Con questo progetto raccontiamo la nostra passione per il lavoro svolto in Egitto, dove Albini è stata la prima azienda a vantare una propria coltivazione. Inoltre offrire un importante contributo a una fondazione che stimola la creatività dei più giovani, a prescindere dallo status sociale, è nella nostre corde: sulla creatività fondiamo il nostro lavoro, per un futuro migliore». E poi c’è la moda: «Elisa Sednaoui appartiene a questo mondo, come il tessile stesso. Le abbiamo fatto quindi indossare i nostri cotoni, le nostre camicie, in un vero e proprio servizio di moda che racconta un tessuto nato in Egitto e lavorato in Italia - continua Silvio Albini -, sintesi del miglior seme al mondo e del savoir fare artigianale più autorevole». «Una delle cose che più mi hanno colpito della storia del Gruppo Albini – commenta quindi Elisa Sednaoui - è stato il racconto di come era stato recuperato un seme di cotone abbandonato negli anni dagli egiziani, il Giza 45, chiamato anche “The Queen of Cotton”, rappresentando lo 0.4% della totalità del cotone egiziano». Il risultato? «Un tessuto in cui ogni fibra testimonia la ricerca costante delle materie prime migliori, la sensibilità nell’impiego di soluzioni ecosostenibili e l’accurato approccio artigianale sempre abbinato alle tecnologie di ultima generazione» commenta ancora Silvio Albini.

Ora le foto faranno il giro del mondo, con i primi festeggiamenti di questi 140 anni direttamente al Pitti, a Firenze dal 14 giugno: «Lo faremo portando il nostro lavoro di Thomas Mason, ampliato nella maglieria e nell’uso del lino, con un mercato in espansione non solo in Italia ma anche in America e Giappone». Ma al Pitti Albini va anche come fornitore, «in un momento di grande instabilità, ma anche con la curiosità e la voglia di dialogare con il comparto – continua Albini -. Pitti è sempre un punto di partenza per fare previsioni». Un occhio va al fatturato consolidato del 2015, chiuso a 148 milioni e mezzo contro i 145 milioni e 800 mila del 2014: «Il 2016 si sta dimostrando un anno molto impegnativo e ripetere i risultati dello scorso anno è un’ottima partenza. Incide l’instabilità internazionale, ma la strategia di diversificare sia i mercati che i prodotti ci sta dando buoni risultati». Non abbandonando la qualità: «Ora la raccontiamo anche grazie alla nostra storia e a una testimonial che ha in sé bellezza, identità e valori etici». Un buon modo per iniziare questi festeggiamenti.

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