Bancomat obbligatorio nei negozi
«I commercianti non sono pronti»

Dal primo gennaio 2014 scatta per tutti i commercianti l’obbligo di accettare pagamenti con bancomat e carte di credito. Norma assurda - scrivono dall’Asom -. I piccoli commercianti non sono pronti. I costi delle commissioni sono troppo alti».

Dal primo gennaio 2014 scatta per tutti i commercianti l’obbligo di accettare pagamenti con bancomat e carte di credito. Norma assurda - scrivono dall’Asom -. I piccoli commercianti non sono pronti. I costi delle commissioni sono troppo alti».

L’obbligo riguarda commercianti e professionisti, a prescindere dal prezzo del bene, del servizio o della prestazione. L’obbligo è previsto dal decreto legge 179 del 18 ottobre 2012 (comma 4 D.L. 18 ottobre 2012. n. 179. Sviluppo bis).

«La novità interessa principalmente i piccoli commercianti – afferma Oscar Fusini, vicedirettore Ascom Bergamo - molti dei quali sono sprovvisti di pos proprio alla luce dell’entità irrisoria dei singoli pagamenti che ricevono. Il problema è grave per due ragioni: la prima è che intere categorie - edicole, cartolerie, tabaccherie, bar, panifici, piccoli alimentari - non hanno mai introdotto il pos; la seconda che nel caso di piccoli importi riscossi i costi delle commissioni e la spesa telefonica risultano spesso maggiori del margine del commerciante, basti pensare che con Pagobancomat la commissione fissa supera i 20 centesimi».

L’obiettivo della misura è quello di rendere quanto più possibile tracciabili i pagamenti e di fare un ulteriore passo in avanti nella lotta all’evasione fiscale. Ad oggi mancano però i relativi decreti attuativi, ma si ritiene, che pur in loro mancanza, l’obbligo decorra comunque.

«L’assenza di specifiche sanzioni non esonera in alcun modo i destinatari dagli obblighi previsti, anche se non ci saranno sanzioni per chi non installerà il pos. Nei giorni scorsi inoltre il Ministero dello Sviluppo Economico ha sottoposto alla Banca d’Italia una bozza di decreto attuativo che fissa una proroga al 30 giugno 2014 per i piccoli commercianti e la soglia di spesa minima di 30 euro, sotto i quali il pos non dovrà essere utilizzato. Sarà molto difficile però che tale decreto venga applicato entro fine anno. Inoltre la stessa bozza è inefficace. Fissare una soglia minima di spesa non tiene conto che il commerciante dovrebbe comunque dotarsi di pos, nel caso in cui, anche una sola volta all’anno, ricevesse un pagamento superiore a 30 euro. E questo avviene di norma per esempio nelle edicole» spiega Fusini.

Il decreto ha suscitato diverse polemiche, dal momento che a fronte del nuovo obbligo gli operatori si troveranno a dover fronteggiare costi aggiuntivi. «Siamo consapevoli che la modernizzazione dei sistemi di pagamento è uno degli strumenti importanti per aumentare l`efficienza del sistema produttivo italiano – conclude il vicedirettore di Ascom -. Al tempo stesso, riteniamo che l`utilizzo della moneta elettronica debba essere diffuso tramite una distribuzione equilibrata fra benefici e costi a carico dei soggetti interessati. L’imminente adeguamento alla normativa, invece, imporrà un aggravio pesante per le imprese. Oltre all’obbligo di pagamento dei costi di attivazione del pos, le imprese dovranno sopportare gli ulteriori costi di gestione che andranno ad aggravare le loro spese. A ciò deve poi, ovviamente, aggiungersi il costo delle commissioni su ogni transazione. Il problema vero è che bisognerebbe agire sulle commissioni, abbassandole ai livelli degli altri paesi europei. I costi attuali non sono sostenibili dal commercio tradizionale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA