Offensiva Fiom contro la Cgil
Landini la lancia da Seriate

«Le persone che lavorano in fabbrica e negli uffici non hanno come loro primo problema il congresso della Fiom o della Cgil. Quindi noi non possiamo permetterci né di personalizzare la discussione, né che la discussione non abbia un rapporto con i problemi».

Premessa: «Le persone che lavorano in fabbrica e negli uffici non hanno come loro primo problema il congresso della Fiom o della Cgil». Realistico. «Quindi noi non possiamo permetterci né di personalizzare la discussione, né che la discussione non abbia un rapporto con i problemi che le persone vivono».

Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, parla davanti a una folta platea di delegati sindacali, funzionari e segretari della categoria provenienti da tutta la Lombardia (solo da Brescia sono arrivate circa 200 persone), riuniti al Cineteatro Gavazzeni di Seriate, dove è presente anche il segretario regionale Mirco Rota.

Ed è da Seriate, prima di una serie di tappe nelle diverse regioni italiane, che - in piena fase congressuale - lancia l’offensiva contro la Camera del lavoro (ieri sera a Roma la Fiom ha poi chiamato a raccolta i suoi segretari regionali e provinciali).

Scartata l’ipotesi di presentare un documento alternativo a quello della maggioranza (come ha invece fatto Giorgio Cremaschi con la sua Rete 28 aprile), Landini risolve la cosa così: «Siccome il congresso dice che ogni delegato, ogni iscritto, può presentare l’emendamento che vuole e farlo votare nelle assemblee, se uno vuole far vivere anche la discussione sull’accordo del 10 gennaio ha la possibilità di farlo attraverso il pronunciamento sugli emendamenti». Il nodo sta proprio lì, nel «Testo unico sulla rappresentanza» firmato da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria.

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