Procedure di mobilità, la Corte Ue:
illecita l’esclusione dei dirigenti

La legge italiana sulla cassa integrazione esclude illecitamente i dirigenti dalla procedura di mobilità, regolata dalla direttiva europea sui licenziamenti collettivi. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia europea.

La legge italiana sulla cassa integrazione esclude illecitamente i dirigenti dalla procedura di mobilità, regolata dalla direttiva europea sui licenziamenti collettivi. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia europea.

Nelle motivazioni la Corte sottolinea che le norme Ue non distinguono tra categorie di lavoratori, mentre le leggi italiane applicano licenziamenti collettivi, mobilità e Cassa integrazione solamente a operai, impiegati e quadri.

La Corte ha pertanto dichiarato che, avendo escluso nella legge 223 del 1991, che si occupa di norme in materia di cassa integrazione, mobilità, trattamenti di disoccupazione, la categoria dei dirigenti dall’ambito delle direttive comunitarie sui licenziamenti collettivi, l’Italia «è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti».

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