Produrre un litro di latte costa 40 centesimi
A chi alleva ne danno 29. «34 non basta»

Produrre un litro di latte in Italia arriva a costare in molti casi anche 40 centesimi di euro, ma agli allevatori viene pagato solo 29: questo è un trend fallimentare.

Tanto più assurdo in questa fase dove, in tutta Europa, la domanda di prodotto è alta. Inoltre si raggiunge il paradosso con il latte fuori dagli accordi contrattuali, quello che gli addetti ai lavori chiamano «spot», che viene scambiato a un prezzo di quasi 10 centesimi più alto. Una situazione insostenibile che ha spinto la Cia-Agricoltori Italiani a una vibrante protesta che ha già trovato l’appoggio degli assessori all’Agricoltura di Lombardia e Piemonte, Gianni Fava e Giorgio Ferrero

Un grido d’allarme partito proprio da una stalla alle porte di Torino, scelta come «simbolo» perché si tratta di un’azienda all’avanguardia in Italia che ha sempre investito nella qualità. Qui si sono dati appuntamento gli allevatori per far sentire le proprie ragioni e riportare subito sotto i riflettori la questione «prezzo del latte».

La bagarre è aperta e il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino, già bolla come «inaccettabile» la proposta di contratto che Lactalis ha avanzato alle organizzazioni professionali agricole in Lombardia: 32 centesimi al litro a settembre e ottobre, 33 centesimi a novembre e 34 centesimi a dicembre. «Siamo al di sotto dei costi attuali di produzione - ha spiegato Scanavino -, ma le organizzazioni lombarde si sono riservate di valutarla assieme ai propri associati e di dare una risposta. Sono preoccupato anche perché, in genere, l’accordo che si chiude in Lombardia viene mutuato alle altre Regioni. Di questo passo, da gennaio rischiano la chiusura centinaia di stalle».

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