Regioni, in fumo 82 miliardi
Grande divario tra Nord e Sud

Spesa pubblica da aggredire, ridurre nella sua parte improduttiva, razionalizzare per assicurare risorse da investire nel taglio delle tasse e nella crescita del Paese. Dal Forum della Confcommercio in corso a Cernobbio, sul lago di Como, la parola d’ordine è questa.

Spesa pubblica da aggredire, ridurre nella sua parte improduttiva, razionalizzare per assicurare risorse da investire nel taglio delle tasse e nella crescita del Paese.

Dal Forum della Confcommercio in corso a Cernobbio, sul lago di Como, la parola d’ordine è questa e si traduce in un incoraggiamento al governo a muoversi con decisione su questo tratto.

A sostenere il disegno di Confcommercio, la ricerca dell’ufficio studi della stessa associazione che Sangalli ha condensato in «ci sono fra gli 80 e i 100 miliardi di spesa pubblica aggredibili, da qui possono arrivare i risparmi per tagliare le tasse» ha sottolineato ricordando che «la prima cosa da tagliare è l’inutile complessità delle procedure burocratiche che costano in termini di spesa pubblica e di minore produttività per le imprese».

Sotto la lente della Confcommercio sono finiti gli 82,3 miliardi di sprechi nella spesa pubblica regionale. E su questo, come esempio virtuoso, emerge proprio la Lombardia la cui spesa pro capite per i servizi pubblici è di 3.900 euro contro i 9.200 della Valle D’Aosta i quasi 7.500 del Trentino e Sicilia, Sardegna, Calabria e Molise attorno ai 5.500 euro. «In altri termini - sostiene l’ufficio studi di Confcommercio - se ogni regione spendesse in proporzione quanto i lombardi, il risparmio totale sarebbe appunto di 82,3 miliardi», quasi tre volte quanto prevede in un triennio la spending review di Cottarelli.

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