Sindacato bancari della Uil
Fabio Donarini riconfermato

Il segretario territoriale uscente della Uilca di Bergamo, Fabio Donarini, è stato riconfermato alla guida dell’organizzazione di categoria dei lavoratori delle imprese operanti nel settore bancario, assicurativo ed esattoriale al termine del congresso provinciale.

Il segretario territoriale uscente della Uilca di Bergamo, Fabio Donarini, è stato riconfermato alla guida dell’organizzazione di categoria dei lavoratori delle imprese operanti nel settore bancario, assicurativo ed esattoriale al termine del congresso provinciale svoltosi sabato presso la sede della Camera sindacale orobica, in via San Bernardino 72/e.

Nella sua relazione, Donarini ha preso le mosse dalla sua esperienza personale di sindacalista – “Il primo punto da segnare – ha detto – era che la Uilca c’è, si esprime, contribuisce a un lavoro collettivo, lavora al bene comune attraverso una squadra e un nucleo finalmente in crescita” – per soffermarsi poi sulle difficoltà di un settore messo a dura prova, e spesso finito sotto accusa, a causa della crisi economica.

Con riguardo, specificamente, alla realtà bergamasca, Donarini ha sottolineato: “L’ho detto a un incontro in Università: tre convegni confederali con i sindacati di categoria dei bancari nell’arco di un mese significano pur qualcosa. Nello sbocco della crisi, quale banca non è una domanda di routine. Questa è la partita che si gioca sul nostro contratto nazionale, al di là e oltre le difficoltà o le consuetudini di un rinnovo”.

Relativamente, invece, al futuro della categoria, il segretario provinciale ha rimarcato, in particolare, due punti. Il primo: “Urge trovare collaborazioni, urge distribuire deleghe. Non solo per alleggerire i compiti del gruppo dirigente ma anche perché l’accentramento non ci fa crescere, perché per diventare veri ci articoliamo per funzioni”; il secondo: “Noi rispetto alle altre organizzazioni possiamo essere la Crimea rispetto a Putin: se litighiamo siamo “annessi”. Le divisioni tra grandi sono comprensibili, tra piccoli sono immodeste o sono ridicole”. Di qui la conclusione: “Le idee camminano su due gambe ed è perciò che noi non dobbiamo fare l’operazione di scegliere, selezionare, discriminare, ma dobbiamo, nell’esercizio alto della politica e del dialogo, aggiungere, mediare, moltiplicare”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA