Tutta Banca Carime in Bpu già dal 2005

Tutta Banca Carime in Bpu già dal 2005Il gruppo Banche Popolari Unite anticipa l’opzione di acquisto del 25% mancante. L’operazione con Banca Intesa e Deutsche Bank avrà un valore di circa 425 milioni di euro

Il gruppo Bpu-Banche Popolari Unite ha deciso di anticipare di un anno, e verrà così esercitata nel corso del prossimo 2005, l’opzione «call» sul 24,9% del capitale di Banca Carime ancora detenuto da Banca Intesa (nuda proprietà) e Deutsche Bank (usufrutto) per un importo di 425 milioni di euro. Bpu, lo ricordiamo, dal 2001 controlla Banca Carime al 75% circa, mentre l’opzione di acquisto per il restante quarto di capitale all’origine era prevista per il giugno del 2006.

Come sottolineato da una nota diramata ieri dall’istituto di Piazza Vittorio Veneto, la decisione di anticipare l’esercizio dell’opzione di acquisto è stata assunta dal consiglio di amministrazione sulla base della «maggiore redditività attesa da Banca Carime a seguito della riorganizzazione strutturale in essa avviata, con l’anticipazione della migrazione divisionale per una maggiore efficacia commerciale, e minori ammortamenti di oneri pluriennali ed avviamenti». La migrazione sul sistema informatico di gruppo, lo ricordiamo, in Banca Carime è avvenuto lo scorso maggio.

Come sottolineato da Bpu Banca, la scelta è supportata anche «dalle previsioni di andamento del gruppo, che consentono il mantenimento di un «Core Tier 1» (coefficiente patrimoniale) superiore al 6%, offrendo in questo modo «l’opportunità di perseguire progetti di valorizzazione della partecipazione altrimenti non attuabili».

Il consiglio di amministrazione del gruppo Bpu Banca, ha inoltre verificato l’impatto dell’applicazione dei principi contabili Ias sui conti consolidati al 30 giugno scorso. Come sottolinea la nota dell’istituto di credito presieduto da Emilio Zanetti, dalle indicazioni preliminari si evidenzierebbe «un impatto positivo sul patrimonio netto di pertinenza del gruppo globalmente quantificabile in circa 80 milioni di euro».

Nello specifico, tale risultato deriva da impatti positivi per 206 milioni dalla valutazione degli immobili strumentali e per 20 milioni sui i titoli, controbilanciati dall’impatto negativo per 33 milioni per la valutazione dei crediti e per 190 milioni per le immobilizzazioni immateriali. Sul conto economico, invece, «l’applicazione delle norme Ias produrrebbe un complessivo miglioramento dei risultati lordi, principalmente riconducibili a minori ammortamenti di oneri pluriennali, di immobilizzazioni materiali (terreni), di differenze positive di consolidamento e di avviamenti (soprattutto Carime)».

Il consiglio di amministrazione, considerata l’esigenza di una omogeneità di valutazione tra bilanci consolidati e delle singole società, ha quindi deciso di applicare i principi contabili Ias anche ai bilanci delle singole società rientranti nel consolidamento già a partire dal 2005.

(02/12/2004)

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