Ubi, la lista dei fondi al 51% dei voti
Ma avrà 3 membri e non la maggioranza

Andrea Moltrasio rimane presidente del Consiglio di sorveglianza dell’istituto di credito.

La lista di minoranza dei fondi ha battuto la lista di maggioranza sostenuta dal Patto di sindacato che raggruppa gli azionisti storici di Ubi Banca. Gli investitori istituzionali hanno ottenuto il 51,1% dei voti in assemblea a fronte del 48,48% dei voti ottenuti dal «listone» del Patto di sindacato. La lista dei fondi, che presentava tre nomi, non avrà comunque la maggioranza del Consiglio di sorveglianza. La lista di maggioranza, presentata da un patto parasociale che raggruppa il 17,04% del capitale, apportato dai soci storici, bresciani e bergamaschi, dell’istituto e appoggiata anche dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e una lista di minoranza, sostenuta dai fondi. I fondi con le partecipazioni più corpose si confermano Silchester (5,12%) e Blackrock.

«È il primo salto alla Fosbury» ha commentato il presidente del Consiglio di sorveglianza, Andrea Moltrasio, capolista della lista sostenuta dal patto: «Sono i grandi momenti di discontinuità della storia che bisogna saper affrontare» ha aggiunto citando lo scrittore Alessandro Baricco. I fondi inseriscono in consiglio tutti i loro tre rappresentanti (Giovanni Fiori, Paola Giannotti e Patrizia Michela Giangualano), in qualità di rappresentanti della lista di maggioranza, mentre i primi tre rappresentanti della lista del patto (Andrea Moltrasio, Mario Cera, Armando Santus) sono entrati in quota ai posti riservati alla lista di minoranza. In seguito l’assemblea ha approvato di integrare il consiglio di sorveglianza, composto da 15 componenti, con altri 9 nomi tratti dalla lista del patto: si tratta di Gian Luigi Gola, Pietro Gussalli Beretta, Pierpaolo Camadini, Letizia Bellini Cavalletti, Renato Guerini, Giuseppe Lucchini, Francesca Bazoli, Sergio Pivato e Alessandra Del Boca. Alla Fiera di Bergamo era presente il 46,85% del capitale, in rappresentanza di 3.027 soci, dei quali circa 1.500 intervenuti di persona.

Ubi Banca non ha «nessun dossier aperto» in tema di fusioni dopo il fallito tentativo di integrazione con Bpm. Lo ha detto il ceo Victor Massiah nel suo intervento introduttivo in assemblea. Massiah ha ricordato che «le statistiche dicono che solo un’operazione su due crea valore e ha successo». Per poter essere una «buona operazione» una fusione «deve avere chiarezza assoluta sulla creazione di valore e sulla governance. Non ci si può permettere di creare soluzioni bizantine perché altrimenti i piani non si portano a casa».

«Quando e se» si presenteranno delle opportunità» verrebbero analizzate «solo su questa logica», cioè sulla creazione di valore e chiarezza di governance, ha concluso Massiah che ha altresì annunciato che Ubi Banca presenterà il nuovo piano industriale entro il primo semestre del 2016. «Il management è impegnato a presentare il piano entro il primo semestre di quest’anno. Verificheremo la fattibilità e i possibili miglioramenti economici e gestionali derivanti dalla soluzione di una banca unica».

Il presidente del consiglio di sorveglianza di Ubi Banca, Andrea Moltrasio, ritiene che una crescita della banca con operazioni di fusione sia «necessaria». «Credo che la cosa più importante, specialmente adesso che parte un nuovo mandato, avere bene in testa che tipo di banca e missione si voglia realizzare» ha spiegato ai soci in assemblea. Con il piano sarà «più facile avvicinare qualcuno per crescere, perché una crescita è necessaria» anche per fare «gli investimenti nel digitale che il credito richiede».

Sulla banca unica, Moltrasio ha affermato che il tema «è obiettivamente sul tavolo» e che potrà comportare «risparmi fiscali e organizzativi molto significativi», pur senza dare anticipazioni sui numeri. «Il vero tema - ha aggiunto - è come coniugare questa necessità di razionalizzazione e riduzione dei costi senza rinunciare ai marchi storici cioè la vicinanza della banca ai territori e alle famiglie e alle imprese». Richiamando le immagini del salto di Dick Fosbury che hanno aperto l’assemblea, Moltrasio ha affermato che tutti in Ubi, inclusi i sindacati, «devono iniziare a saltare con la schiena, che non è una cosa facilissima» ma «credo che sia giunta l’ora per tutti la necessità di valutare il cambiamento».

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