Decreto Sicurezza bis
I rilievi di Mattarella

La notizia della crisi di governo, con le sue possibili ricadute, ne ha oscurata un’altra, che riguarda uno dei provvedimenti cardine fortemente voluti dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha infatti promulgato il decreto bis sulla sicurezza chiedendo al contempo al governo e al Parlamento di correggere alcune norme che giudica «irragionevoli». Il Quirinale ha ribadito che salvare vite umane in mare è un obbligo, prescritto dalla convenzione di Montego Bay delle Nazioni Unite sul diritto del mare, siglata anche dall’Italia e in vigore dal 1994, secondo la quale «ogni Stato deve esigere che un comandante di una nave che batta la sua bandiera, nella misura in cui gli sia possibile adempiere senza mettere a repentaglio la nave, l’equipaggio e i passeggeri, presti soccorsi a chi sia trovato in mare in condizioni di pericolo».

Le correzioni richieste riguardano due punti. Il primo la dimensione esorbitante delle sanzioni previste per chi viola le acque territoriali: «La sanzione amministrativa pecunaria applicabile è stata aumentata di 15 volte nel minimo e di 20 nel massimo, determinato in un milione di euro, mentre la sanzione amministrativa della confisca obbligatoria della nave non risulta più subordinata alla reiterazione del reato». Inoltre, rileva Mattarella, «non è stato introdotto alcun criterio che distingua quanto alla tipologia delle navi, alla condotta concretamente posta in essere, alle ragioni della presenza di persone accolte a bordo e trasportate» e quindi viene affidata «alla discrezionalità di un atto amministrativo la valutazione di un comportamento che conduce a sanzioni di tale gravità». Può così succedere che anche una persona in barca a vela che entra in porto dopo aver salvato un solo naufrago rischi una multa da un milione. O i pescherecci che da anni a Lampedusa raccolgono persone dal Mediterraneo.

Il secondo richiamo di Mattarella riguarda l’abolizione delle attenuanti per l’aggressione a una serie di pubblici funzionari, lista dalla quale sono stati esclusi, forse non a caso, i magistrati ma che comprende ad esempio i titolari di delegazioni Aci allo sportello telematico o i direttori di ufficio postale. Viene così impedito al giudice di accertare la lieve entità che porta al non luogo a procedere, anche per fatti di minima importanza, come mandare a quel paese il direttore di un ufficio postale per una raccomandata non consegnata immediatamente. Il decreto non specifica una gradazione dell’ammenda.

È stato varato con l’obiettivo mirato di colpire le navi da salvataggio delle ong. Da tempo assistiamo al balletto penoso (soprattutto per i migranti salvati in mare) sul porto di destinazione. Da otto giorni una nave della Open Arms non riceve alcuna risposta alla richiesta di sbarco: a bordo oltre un centinaio di naufraghi, dei quali 30 minori, in gran parte non accompagnati. Una situazione vergognosa, altro che «taxi del mare» o «complici degli scafisti», accusa mai provata da un Tribunale italiano. Ma tant’è. Lo Stato che giustamente chiede il rispetto della legge agli immigrati, viola norme del diritto internazionale, che non è un orpello dei tempi andati ma l’ossatura della comunità mondiale. Affinché queste riflessioni non appaiano pregiudizievoli verso la Lega e il suo Capitano, va detto che oltre ai rilievi di Mattarella ci sono quelli delle Camere penali (gli avvocati penalisti) che vogliono «riaffermare la cultura dei diritti che oggi sicuramente non è patrimonio della maggioranza della nostra società». Il decreto sicurezza bis, affermano, «ha pesanti profili di incostituzionalità, con nuove fattispecie di reato fuori dal Codice penale. Ciò dà il segno del non voler affrontare i temi sul piano della politica ma solo su quello della repressione penale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA