Immigrati la realtà
distorta dalla paura

«Lo scenario politico europeo attuale è specchio di una paura che distorce il reale, popolato da finti eroi che combattono un finto male palesandosi come difensori dei valori nazionali e cristiani». L’analisi di Caritas italiana arriva pesante come un macigno e smonta tutti i luoghi comuni della comunicazione mainstream sull’immigrazione in un Rapporto pubblicato alla vigilia del vertice informale convocato per domenica da Jean-Claude Juncker a Bruxelles.

Spiega che la riflessione identitaria è un pericolo «più distruttivo che costruttivo», rischia di sbaragliare l’idea stessa di spazio europeo e sul lungo periodo non conviene neppure dal punto di vista economico. Anche il denaro speso, anzi malamente speso, per la repressione di un fenomeno che nessuno riesce ad arginare, quello dell’immigrazione clandestina, va notificato nel capitolo degli errori. Negli ultimi 15 anni quasi 13 miliardi di euro sono stati impiegati per costruire muri, militarizzare frontiere, per operazioni di polizia e materiali tecnologici sofisticati e per finanziare accordi bilaterali con Paesi extra-Ue. A ciò si devono aggiungere altri 15 miliardi di euro pagati ai trafficanti di uomini, cifra che è salita in proporzione all’aumento delle difficoltà del viaggio. Invece sarebbe stato meglio spendere quel denaro, secondo Caritas italiana, per aprire corridoi umanitari e gestire i flussi, per assistenza, accoglienza e integrazione, così da far sparire la categoria dei clandestini.

A queste cifre «scandalose» va aggiunta quella di chi ha perso la vita in mare, che negli ultimi quattro anni, nonostante le misure adottate, ha toccato 16 mila morti. Ma ai cittadini europei va bene così. I supereroi della difesa identitaria continuano a mettere le mani nel nostro portafogli per finanziare una soluzione che andrà a beneficio solo dei trafficanti. La prova? Risorse triplicate per la sicurezza dei confini esterni nel prossimo budget europeo a lungo termine (2021-2027) a scapito dei fondi (meno 7 per cento) per la politica di coesione, che servono a sanare le differenze economiche e sociali nell’Unione. L’Europa diventerà più povera e l’euroscetticismo crescerà. Il paradosso è che questa politica suicida è stata promossa - ha trovato via via grande consenso - dal Paese che più ha beneficiato di fondi europei strutturali: l’Ungheria. La narrazione della paura, la propaganda sulla presunta invasione dell’Islam, la retorica nazionalista come soluzione a una supposta decadenza delle democrazie liberali, è diventata la nuova versione dello «scontro di civiltà», accusa Caritas Italiana, fomentata dall’ondata «nazionalista, securitaria e a tratti xenofoba», che si è pericolosamente insediata non solo nei Paesi dell’Est, ma anche in quelli dell’Europa occidentale tra «forze politiche a tradizione liberale e socialdemocratica».

Gli immigrati invece sono indispensabili e conviene integrarli. In Italia nel 2050, senza immigrati, la popolazione attiva calerebbe del 32 per cento e gli anziani aumenterebbero del 67 per cento con impatto insostenibile su pensioni e welfare. Oggi gli immigrati producono il 9 per cento del Pil e pagano 11 miliardi di contributi previdenziali indispensabili per pagare le pensioni agli italiani. Eppure la percezione è diversa, deforma la realtà e sparge veleni, per cui gli immigrati diventano usurpatori e rubano il lavoro. Caritas italiana la smaschera e definisce la comunicazione sull’immigrazione in tivù, sui giornali e sui social, un «crudele comportamento manipolatorio», che sta «corrodendo le coscienze di tante persone» le quali alla fine decideranno «di arrendersi, smettendo di credere alla realtà», incastrate nelle menzogne degli slogan populisti.

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