Il Lambrusco
torna protagonista

In cinque ore, seduto alla prestigiosa e ricca tavola del ristorante “San Domenico” di Imola (Bo), ho compiuto uno splendido e saporitissimo giro del mondo enogastronomico, con sei piatti dettati da altrettanti chef italiani che lavorano nel mondo, abbinando ad ogni piatto un Lambrusco diverso. Sì, perché questo vino – spesso sottovalutato e bistrattato – ha tante anime che si conciliano con gran parte dei piatti nazionali e anche internazionali.

La serata è stata anche una bella esperienza umana, potendo conversare in diretta – via Skype – con alcuni cuochi italiani protagonisti in prestigiosi ristoranti che tengono alto il nome della nostra più autentica enogastronomia in ogni angolo del mondo. Il collegamento è entrato nel bel mezzo delle feste che nel mondo i ristoranti di cucina italiana hanno abbinato al Lambrusco.

L'evento “Mondo Lambrusco”, organizzato da Enoteca Regionale Emilia Romagna e dal Gruppo Virtuale Cuochi Italiani (presidente Mario Caramella da Singapore), in collaborazione con il Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi e con il Consorzio Marchi Storici dei Vini Reggiani, ha portato il Lambrusco di qualità in 5 continenti, 30 ristoranti italiani in 15 nazioni. Grazie ad una settimana mondiale, dove ogni locale ha offerto un piatto studiato per l'abbinamento a questo vino, il Lambrusco ha stupito i palati più fini con una qualità e una piacevolezza che ha aperto prospettive di crescita importanti sulle più rinomate tavole straniere.

Definito “il nuovo gioiello dei vini italiani”, il Lambrusco ha abbattuto tutti i confini, arrivando dal 23 al 29 maggio nei cinque continenti grazie ai suoi più importanti ambasciatori: i ristoratori italiani nel mondo riuniti nel Gvci (sono ormai 1.200, presenti in 70 Paesi). La serata clou è stata appunto quella al Ristorante San Domenico di Imola dove, attraverso collegamenti in diretta, si è compiuto un ideale giro del mondo nei calici e nei piatti degli ospiti, che ha consentito ai partecipanti di parlare con diversi chef, gustandone i piatti abbinati al Lambrusco.

Ogni mezz'ora, a partire dalle 17, ci si è collegati con Cina, Emirati Arabi, Russia, Brasile, Usa, per chiudere con la Germania. Valentino Mercattilii, grande chef del San Domenico di Imola (il ristorante compie 41 anni, sempre ai massimi livelli), ha realizzato con la consueta maestrìa ognuno dei piatti dei colleghi, per offrire agli ospiti la possibilità di effettuare un vero giro del mondo virtuale. Dal Giappone agli Stati Uniti alla Germania, le bollicine del Lambrusco hanno entusiasmato il mondo, come ha confermato Pino Piano, sommelier e direttore del ristorante Gaia di Hong Kong: «Erano anni che non assaggiavo Lambrusco e devo dire che quello arrivato al ristorante per questa iniziativa è un altro vino rispetto a quello che ricordavo. Oggi il Lambrusco merita di essere inserito nelle migliori carte dei vini nel mondo».

Analogo apprezzamento è emerso dai collegamenti con Sapporo (Giappone), dove il Lambrusco accompagnava una grande festa, con la Russia, dove il rosso emiliano era protagonista dell'inaugurazione della terrazza del prestigioso Sky Lounge Cafè di Ekaterinburg (Russia) e con il Brasile, il cui carattere latino ben si adatta alla frizzante allegria del Lambrusco. Il verdetto del mondo è stato lusinghiero: il Lambrusco piace e stupisce quanti si avvicinano per la prima volta alle sue migliori espressioni, scalzando con la prova del gusto pregiudizi radicati. E se Mauro Forghieri, ex direttore tecnico della Ferrari, presente all'iniziativa, si è dichiarato grande estimatore del Lambrusco di Sorbara al Ristorante Cavallino Ferrari World, dedicato alla “rossa” per eccellenza, anche i Lambruschi reggiani e parmensi proposti sono stati particolarmente apprezzati. Questo risultato è anche merito dei ristoranti italiani all'estero.

“Essi rappresentano un anello fondamentale del sistema di valorizzazione del prodotto di qualità. Hanno contribuito a fare conoscere la nostra cultura ora è tempo di renderli ambasciatori del vino”, afferma il presidente onorario del Gvci, Rosario Scarpato. «La collaborazione - afferma il presidente di Enoteca Regionale Emilia Romagna, GianAlfonso Roda - è stata per noi particolarmente interessante. Il Lambrusco è uno dei casi per cui l'Italia deve battersi per difendere un patrimonio dalle imitazioni, ma è anche ambasciatore della nostra enologia. E' infatti un vino di avvicinamento per nuovi consumatori. In passato talvolta il mercato ha conosciuto prodotti di bassa qualità, Mondo Lambrusco vuole fare scoprire la sua vera identità. Obiettivo è che il Lambrusco diventi interprete della cultura italiana all'estero».

Se in alcuni mercati la conoscenza del vino è ancora bassa, Mondo Lambrusco ha fatto scoprire la vera identità del Lambrusco ai migliori ristoranti del mondo e alla loro clientela, suscitando un'onda che rafforza il “fenomeno Lambrusco” già in atto in alcuni Paesi dalla grande tradizione vitivinicola, come dichiara Pierluigi Sciolette, presidente del Consorzio Marchi Storici Lambruschi Modenesi: «Oggi si vende più Lambrusco in Francia di quanti vini francesi, Champagne escluso, si vendano in Italia».

A rendere più spumeggiante la serata al “San Domenico” è stata la verve di Federico Quaranta, conduttore assieme a Nicola Prudente della trasmissione Decanter di Radio 2, andata in onda in diretta dal ristorante di Imola. Il Lambrusco è un vino a tutti gli effetti moderno e “globale” e non poteva quindi che essere la scelta migliore per festeggiare anche i 150 anni dell'Unità d'Italia. Nessuna sorpresa, quindi, se alcuni tra i più capaci cuochi italiani nel mondo hanno deciso di scendere in prima linea per far conoscere questo messaggio di rinnovata qualità per un vino italiano che è il più esportato nel mondo..

Prodotto nelle province di Modena, Reggio Emilia e Parma, è un vino frizzante, dal colore rubino più o meno intenso, di moderata alcolicità, con note floreali di viola o di piccoli frutti rossi come il ribes, la fragola o il lampone. Luciano Pavarotti, grande estimatore del Lambrusco lo descriveva affettuosamente «uno spumante selvaggio e ineducato» e molti sono i personaggi famosi che vi sono legati. Lo stesso Giuseppe Verdi, simbolo del Risorgimento, era figlio di un oste di Parma, che vendeva principalmente Lambrusco, per eccellenza il vino della convivialità.

I protagonisti

A intervenire durante la serata, grazie a collegamenti via Skype, il presidente dell'Associazione Avci Mario Caramella ( Forlino Restaurant – Singapore), Giulio Vierci (Il Genovese – Sapporo), Paolo Monti (Gaia Restaurant di Hong Kong), Massimo Falsini (Ristorante Cavallino di Abu Dhabi), Francesco Spampinato (Sky Lounge Cafè – Ekaterinburg – Russia), Pietro Rognoni (Aromi Italiani – Mosca), Sauro Scarabotta (Friccò – San Paolo) , Ivan Beacco (Ristorante Testaccio – New York), Sante De Santis (San Pietro Gastro – Stoccarda) e, infine, Valentino Marcattilii, chef del Ristorante San Domenico che, oltre ad interpretare le ricette dei colleghi, ha creato per l'occasione un superbo “petto di piccione arrostito e scaloppa di fegato d'oca con fave e piselli”.

L'enoteca regionale di Dozza

Una visita merita sicuramente il borgo antico di Dozza, in posizione strategica sulle colline che separano l'Emilia dalla Romagna, a metà strada tra Castel San Pietro Terme e Imola. Il paese è noto per aver, anni fa, iniziato ad ospitare i primi artisti esecutori di “murales” lungo le vie e le piazze: oggi sono numerose le testimonianze di questa arte tutta particolare (alcune opere importanti sono state staccate e portate nel museo interno alla Rocca). Qui, nella Rocca, che fu prima militare e poi residenza nobiliare, una visita s'impone per chi ama la storia e l'arte ma anche per chi cerca di conoscere meglio i vini prodotti nella regione Emilia Romagna. Nei sotterranei della Rocca è ospitata l'Enoteca regionale, ordinata e ben diretta da Maurizio Manzoni, che potrà illustravi tutto sull'enologia locale, offrirvi degli assaggi e naturalmente vendervi delle ottime bottiglie a buoni prezzi.

Roberto Vitali

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