«Macché terrorista dell’Isis
Facevo il vigile urbano a Raqqa»

Restano in cella i due siriani fermati ad Orio al Serio mentre cercavano d’imbarcarsi con documenti falsi.

«Siamo contro l’Isis – hanno dichiarato – siamo pronti a dirlo anche in tv se necessario». Ma per il momento Alali Alhussein Ahrad Faowaz, 30 anni, e Hazem Mejham Al Liassan Alhamed, 19, i due siriani sorpresi la scorsa settimana ad Orio al Serio nel tentativo di imbarcarsi su un volo per Malta con documenti falsi, restano in carcere. In una cella d’isolamento assoluto nel carcere di via Gleno, sotto massima sorveglianza, in attesa che l’antiterrorismo chiarisca cosa rappresentano quelle foto di combattenti Isis (vivi e morti) scoperte nei loro cellulari.

In occasione del processo in direttissima di giovedì 26 novembre per l’accusa di documenti falsi. Durante gli interrogatori (oltre 7 ore) delle scorse settimane hanno cercato di giustificarsi: «Odio l’Isis: mio fratello era un soldato ed è rimasto ucciso. Come potrei sposare la causa che è stata all’origine della sua morte, che ha causato un così grande dolore a me e a mia madre?» ha detto Hazem. Mentre il suo compatriota ha provato a dare spiegazioni per una sua foto dove appare in divisa con tanto di pistola: «Quella non è una divisa da combattente dell’Isis, ma da vigile urbano!». Il trentenne ha spiegato che, quando il regime si è instaurato, bisognava iscriversi a specifiche liste per poter lavorare. E lui, a Raqqa, aveva trovato posto come agente e presidiava un incrocio.

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