«Tizzani diceva: me l’hai ammazzata»
La testimonianza del 118 al processo

La ricostruzione dei soccorritori del 118 e dei carabinieri di quanto accadde nella villetta di Seriate nella notte tra il 26 e il 27 agosto 2016 in cui morì Gianna Del Gaudio.

Nuova udienza del processo ad Antonio Tizzani nella giornata di mercoledì 15 gennaio: questa volta sono stati sentiti il personale del 118 e i carabinieri che per primi accorsero nella villetta di via Madonna delle Nevi a Seriate, la notte tra il 26 e il 27 agosto 2016. L’ex capostazione di 71 anni di Seriate è accusato di aver sgozzato la moglie Gianna Del Gaudio, ex professoressa di 63 anni.

In tutto sono stati sentiti sette tra medici e volontari del 118 che in quella notte del 2016 prestarono i soccorsi nella villetta di via Madonna delle Nevi e i due carabinieri che intervennero per primi. I soccorritori in particolare avrebbero riferito davanti alla Corte presieduta da Giovanni Petillo che Tizzani era in uno stato di alterazione quando arrivarono sul posto e lo avrebbero sentito dire: «Me l’hai ammazzata. Se non l’avessi lasciata dieci minuti da sola, sarei morto anche io». Il decesso della donna era avvenuto «circa mezz’ora prima con una coltellata al collo».

Tizzani, unico imputato, è presente in aula e ascolta le ricostruzioni richieste dal suo avvocato Giovanna Agnelli e dal pubblico ministero Letizia Cocucci. Sotto la lente anche un altro particolare: il tipo di guanti in lattice utilizzati dai soccorritori. Tutti i testimoni hanno confermato che utilizzavano guanti color azzurro per prestare soccorso, diversi quindi da quelli bianchi poi ritrovati insieme all’arma del delitto. Nell’udienza successiva, il 22 gennaio, saranno invece sentiti i vicini che quella notte udirono delle urla.

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