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Lunedì 03 Giugno 2013
Medio Oriente a rischio
Mille morti in Iraq: perchè?
di Fulvio Scaglione
Mille e 45 civili uccisi in maggio e 712 in aprile. Più della metà nella sola area metropolitana di Bagdad. Era dal giugno 2008 che in Iraq non si moriva così: di bombe, soprattutto quelle piazzate nelle auto parcheggiate e poi fatte esplodere a distanza.
Mille e 45 civili uccisi in maggio e 712 in aprile. Più della metà nella sola area metropolitana di Bagdad. Era dal giugno 2008 che in Iraq non si moriva così: di bombe, soprattutto quelle piazzate nelle auto parcheggiate e poi fatte esplodere a distanza. La grande maggioranza delle vittime è formata da sciiti iracheni o da pellegrini iraniani (quindi sciiti anche loro) in visita alle città sante dell'Iraq. Questo dice molte cose, anche se non sempre alla stampa occidentale piace dirle.
Gli attentati in Iraq e gli eventi degli ultimi tempi in Siria sono legati: nell'uno come nell'altro caso, due regimi sciiti (quello di Assad in Siria e quello di Nur al Maliki in Iraq) sono assediati dall'estremismo armato sunnita. Poco importa che Assad sia il dittatore che sappiamo mentre Al Maliki è un alleato degli Usa. I sunniti, che sono circa il 90% di tutti i musulmani, vogliono dare la spallata decisiva e spezzare l'arco sciita che va, appunto, dall'Iran degli ayatollah al Libano di Hezbollah (movimento politico e militare sciita) passando per l'Iraq e la Siria. Gli sciiti non si arrenderanno facilmente. Hezbollah manda truppe in Siria per combattere a fianco di Assad, gli sciiti iracheni hanno risposto alle bombe attaccando alcune moschee sunnite, con un centinaio di morti. Ma questo contrasto tutto interno al mondo islamico rischia di far saltare l'intero Medio Oriente.
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