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Mercoledì 12 Giugno 2013
La Merkel con le toppe
si accorge della crisi europea
di Giorgio Gandola
Un elmetto spuntato. Anche le sturmtruppen di Angela Merkel segnano il passo e la kanzlerin ammorbidisce i toni. Più che la burbera guardiana del rigore continentale, sembra una zia all'ora del tè con il vassoio dei pasticcini sul centrino di pizzo.
Un elmetto spuntato. Anche le sturmtruppen di Angela Merkel segnano il passo e la kanzlerin ammorbidisce i toni. Più che la burbera guardiana del rigore continentale, sembra una zia all'ora del tè con il vassoio dei pasticcini sul centrino di pizzo. I dati dell'economia tedesca segnano il passo, le elezioni si avvicinano e frau Merkel scopre improvvisamente le formidabili virtù della mediazione.
Così ieri, all'assemblea dell'industria tedesca esterrefatta per la frenata epocale (crescita quasi zero, roba che per noi sarebbe un rinascimento), la cancelliera ha detto: «La Germania avverte gli effetti della crisi, perciò è molto importante capire che se all'Europa le cose non vanno bene, neanche alla Germania possono andare bene».
Evviva, ciò che pareva scontato in tutti i santuari dell'economia e nei bar di fronte a piazza Affari, improvvisamente è diventato realtà anche sul primo vagone della locomotiva d'Europa in rallentamento progressivo. L'export funziona meno anche in Baviera e in Renania, il motivo non pare così complicato da scomodare premi Nobel: se italiani, spagnoli e francesi arrancano, evidentemente comprano meno prodotti tedeschi.
Il contrappasso è un fattore economico, non certo di antipatìa. E la signora Merkel avrebbe potuto arrivarci qualche mese fa. Lo scenario è positivo per Enrico Letta, che dovrà negoziare un allentamento della morsa europea. L'importante è che il nostro premier vada a corte con la schiena dritta e non con il cappello in mano.
Giorgio Gandola
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