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Domenica 04 Agosto 2013
Quando le colonie erano un rito
C'è anche un filmato di Olmi
Girotondi, nuotate, giochi in spiaggia. Oggi come in passato i bambini al mare si divertono tutti allo stesso modo. A ricordare com'era andare in vacanza per i più piccoli, tra gli anni '50 e gli anni '60, ci pensa un'iniziativa dell'Archivio Nazionale Cinema d'Impresa.
Sei i documentari presenti su www.cinemaimpresa.tv , la webtv realizzata dall'Archivio in collaborazione con la Direzione Generale degli Archivi del ministero dei Beni e delle Attività Culturali, disponibili gratuitamente per tutto il mese di agosto, che fanno rivivere un'epoca passata, una sorta di «come eravamo», ma aprono scorci anche sul modello del welfare d'impresa dell'epoca, che tendenzialmente si occupava dei dipendenti dalla nascita alla pensione, prevedendo asili, colonie, dopolavoro, gite sociali, case di riposo e, nei casi più avanzati, anche attività culturali e biblioteche.
Tra i filmati spicca «Giochi in colonia», firmato da Ermanno Olmi nel 1958. Una testimonianza di 25 minuti sulle attività delle colonie Edison di Cesenatico, Marina di Massa e Suna. La colonia di Igea Marina, Vacanze nelle colonie Sicedison, Vacanze '62 di Walter Locatelli, Colonie Olivetti e Estatebambini, arancio limone e mandarino di Vittorio Nevano, gli altri titoli disponibili.
La rassegna è introdotta da un divertente carosello della Rhodiatoce con il personaggio del centurione Caio Gregorio («er guardiano der pretorio») - disegnato e animato dai fratelli Gavioli per l'azienda - che racconta, a modo suo, le avventure di personaggi storici e problemi sempre presenti nella vita degli uomini, fin dall'antichità, come la scelta oculata delle vacanze.
L'attività delle colonie, un settore delle innumerevoli proposte dopolavoristiche delle aziende, ebbe inizio negli anni Venti, si intensificò negli anni Cinquanta e subì un calo verso la metà degli anni Sessanta, in parte a causa della percezione delle famiglie di un eccessivo inquadramento dei bambini all'interno delle colonie - in conflitto con l'affermarsi di esperienze pedagogiche maggiormente incentrate sulla libera espressività del bambino -, ma soprattutto perché le maggiori condizioni di benessere economico resero accessibile il «rito delle vacanze estive familiari».
Claudia Fascia
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