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Mercoledì 28 Gennaio 2009
Provincia, «sì» al Piano dei rifiuti
ma serve più raccolta differenziata
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L’obiettivo primario del Piano per il 2013 è un incremento della raccolta differenziata, spronando i Comuni a un 61,2%, minimo e ragionevole. Il secondo, raggiungere l'autosufficienza provinciale per lo smaltimento, dicendo stop ai rifiuti importati o esportati. Il Piano registra, in Bergamasca, la produzione di 478.816 tonnellate di rifiuti urbani (produzione pro capite di 458 chili all'anno). Di questi poco più del 50% è intercettato dai sistemi di raccolta differenziata. Un aggiornamento del 2007, però, segnala che la mole (causa anche la crisi economica) è scesa a 472.757,6 tonnellate (445,6 chili pro capite annui), con un 52,8% di differenziata. «L'obiettivo ragionevole – ha spiegato l'assessore Salvi - è portare il trend al 61,2%.
Il primo punto del piano, infatti, è incentivare i sistemi di raccolta differenziata, rendendo ancora più ricicloni i Comuni bergamaschi». Il materiale non recuperabile (l'indifferenziato), però, deve essere avviato al trattamento termico per il recupero energetico, attualmente svolto dall'impianto Rea di Dalmine e da quello «Bas Power» di Bergamo. Secondo le previsioni (sui dati 2006) il fabbisogno aggiuntivo si attesterà entro il 2013 sulle 83.302 tonnellate annue (comprensive della quota di «mutuo soccorso» interprovinciale, il 20% di rifiuti indifferenziati, stabilita dalla Regione). Un fabbisogno che scende a 64 mila tonnellate annue sui dati 2007, tenendo conto della contrazione della produzione di rifiuti e del recente ampliamento di potenzialità autorizzato all'impianto biocubi A2A del capoluogo (da 60 a 72 mila tonnellate all'anno).
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