Qualcuno, forse, rischierà al Natta, dove però gli scrutini sono appena iniziati. «Potrebbero esserci alcuni casi a rischio di insufficienza - spiega il vice preside, Franco Foglieni - Ma solo perché siamo ancora nel primo quadrimestre e quindi per dare un segnale forte alla famiglia». In alcuni casi, come al liceo Federici di Trescore, al Weil di Treviglio e al Don Milani di Romano di Lombardia, non sono comparsi nemmeno i 6. «Ormai il voto medio, quello che si userà con maggiore frequenza, sarà l'8, in un certo senso il corrispettivo del vecchio 9 -, spiega Paolo Catini, dirigente del liceo Mascheroni -. Nella nostra scuola abbiamo già preparato e applicato una nuova griglia di valutazione per i consigli di classe, abbiamo dato qualche 6 e 7, ma siamo ancora una fase di sperimentazione per registrare la reazioni delle famiglie». Situazioni analoghe anche al Quarenghi, al Vittorio Emanuele, al Lussana e al Turoldo di Zogno, dove la riforma del voto in condotta è già partita senza mietere vittime e registrare particolari stravolgimenti. Dal liceo Sarpi al Paleocapa e al Suardo, dal Caniana al Pesenti, dall'Amaldi di Alzano al Mjorana di Seriate fino al Galileo Galilei di Caravaggio i voti in condotta sono stati quelli di sempre. In linea di massima, il 9 la valutazione più frequente, 10 e 8 in caso di particolare merito o demerito, il 7 per i casi di eccezionale gravità. Ma è soltanto una questione di tempo.
«Il voto di comportamento, definito dal consiglio di classe, concorre alla valutazione complessiva dello studente, in quanto determina, autonomamente, la non ammissione alla classe successiva o all'esame di Stato nel caso sia inferiore a sei decimi, indipendentemente dalla votazione conseguita nelle singole discipline di studio», ribadisce la circolare numero 10 del 23 gennaio arrivata sulle scrivanie dei dirigenti degli uffici Scolastici. D'ora in poi, il voto in condotta inciderà sull'eventuale promozione o bocciatura.
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