Trasporti, valli ancora penalizzate per gli studenti pendolari

Il sistema regge, ma la capienza massima non sempre è rispettata.

A una settimana dall’inizio della scuola, il servizio di trasporto della provincia, potenziato per permettere il rispetto delle normative anti-Covid, regge, pur con qualche smagliatura. Le situazioni più critiche, come da tradizione, sono le valli, iniziando dalla Valle Brembana , dove abbiamo rilevato pullman pieni oltre la capienza massima dell’80% e, soprattutto al ritorno, studenti costretti ad aspettare le corse successive a causa del sovraffollamento dei mezzi. Situazione simile in Valle Seriana , dove lo snodo più problematico si conferma quello della stazione di Gazzaniga, crocevia di mezzi diretti in più località e sede di uno degli istituti scolastici più grandi della valle.

Anche in Val Cavallina , da Entratico verso Trescore e Bergamo, la situazione non è particolarmente rosea e gli autisti lamentano l’impossibilità di controllare il numero di persone che salgono a bordo e il rispetto dell’obbligo di mascherine. Più distesa la situazione in altre zone della provincia, come nell ’Isola (abbiamo monitorato la tratta Capriate-Presezzo-Bergamo), in pianura (tra Caravaggio e Treviglio) e nell’ Alto Sebino (lungo la direttrice Lovere-Endine). Rispetto a qualche mese fa, sembrano consolidati tra la popolazione degli studenti pendolari l’attenzione e il rispetto delle regole.

L’obiettivo, dicono quasi tutti gli studenti interpellati, è evitare la dad: meglio qualche disagio in più sugli autobus che tornare al «confino» della didattica a distanza . In generale si avverte lo sforzo delle società di trasporto di garantire il maggior numero possibile di mezzi (anche con qualche effetto collaterale, come l’ assiepamento di pullman alle fermate/stazioni, che non sempre è facile da gestire ), ma dai primi monitoraggi sembra che ci sia ancora da fare e da potenziare, a partire dagli studenti delle valli, purtroppo spesso i più penalizzati.

Leggi il reportage completo sull’edizione de L’Eco di Bergamo di martedì 21 settembre.

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