#GiovanniXXIII, l’eredità del Concilio
racchiusa nell’Abbazia di Sant’Egidio

L’abbazia di Sant’Egidio, a Fontanella, frazione di Sotto il Monte. Un luogo dal forte legame con il Concilio, con l’ecumenismo e con l’opera di Giovanni XXIII. Dopo la sua morte, è diventato una sorta di porto franco non solo per i padri conciliari, ma anche per coloro che cercano Dio e la pace indipendentemente dall’appartenenza religiosa. Qui padre David Maria Turoldo ha fondato il centro studi ecumenici «Giovanni XXIII»

Papa Roncalli ci andava a piedi all’abbazia di Sant’Egidio. Diceva che nel silenzio di questo luogo poteva sentire meglio il Signore. Nel 1964, padre David Maria Turoldo, celebre poeta e salmista, fonda il Centro Studi Ecumenici Giovanni XXIII dando il via ad un’esperienza in forte continuità con il Papa bergamasco. È quanto sottolinea l’ospite della puntata odierna: padre Espedito D’Agostini, priore della locale comunità dell’Ordine dei Servi di Maria.

La struttura del X secolo si trova in cima ad una collina completamente immersa nel verde. Si tratta di un’oasi di pace, di un porto franco per i cercatori di Dio, di un luogo frequentato a lungo da molti padri conciliari. E proprio il riferimento ai documenti conciliari è stato da sempre al centro della comunità che si è aggregata attorno a Turoldo. Padre Espedito precisa che le parole chiave sono accoglienza e dialogo con tutti, credenti e non.

I pellegrini che arrivano sul posto hanno forti motivazioni religiose o di ricerca. Hanno vissuto le attese del Concilio e s’impegnano a custodirne l’eredità. Non chiedono miracoli, convinti che il grande miracolo sia stata la vita stessa di Giovanni XXIII con il Concilio. Un angolo di quiete che favorisce la contemplazione e l’approfondimento. Qui ha voluto farsi seppellire il cardinale Loris Capovilla, il segretario particolare di Papa Roncalli, deceduto nel 2016.

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