«Parlare di guerra e pace oggi
vuol dire parlare di migranti»

Le riflessioni al convegno nazionale di Pax Christi alla vigilia della Marcia. Presentati il docu-film e la campagna per un’accoglienza degna.

Accogliere, proteggere, promuovere, integrare. Quattro parole, quattro azioni che Papa Francesco mette in evidenza nel messaggio per la Giornata mondiale per la pace del 1 gennaio. Si parla di migranti e rifugiati, come dice il titolo del messaggio, di «uomini e donne in cerca di pace», perché, come ha detto ieri don Nandino Capovilla durante il convegno nazionale di Pax Christi a Sotto il Monte, «parlare di guerra e di pace, significa oggi parlare di migranti». Insieme a lui ieri nella casa del Pime altri testimoni di storie di migrazione e di ricerca della pace. «Nelle nostre città – ha detto lo scrittore e giornalista Daniele Biella – viviamo il momento della seconda accoglienza. Assistere a uno sbarco, alla prima accoglienza, al primo sguardo, al primo abbraccio ti mette di fronte alla realtà concreta, alla vita degli uomini che lasciano la loro terra. Accogliere e proteggere non sono una questione di bontà, ma di giustizia. L’informazione si fonda troppo spesso su una “narrazione tossica” che alimenta la paura e che allontana dall’agire sul campo. Credo sia importante dialogare con chi dubita, con chi è intimorito o scettico, invitandolo a fare il primo passo non verso la bontà, ma verso la giustizia».

Don Virginio Colmegna, responsabile della Casa della Carità di Milano, ha indicato come necessario «il cambiamento della narrazione sul tema dell’immigrazione, alimentando una dinamica culturale che metta in movimento tutti sulla spinta della passione evangelica». «Dobbiamo tirare fuori la forza della gratuità – ha suggerito – fuggendo dal rischio di ridurre la Chiesa a un semplice elemento di gestione della questione. Se ci lasciamo prendere dall’entusiasmo di un’efficienza di servizi, produrremo isole di gestione senza immettere nelle comunità cristiane lo spirito vero dell’accoglienza e della gratuità. Nella sala del convegno sono state proiettate le immagini del docu-film «Fuori onda» girato a Lampedusa e realizzato da Piero Fontana e Nandino Capovilla. Sulle spiagge di Lampedusa sono approdate le vite di tante persone, vite cariche di sofferenza, vite troppo spesso soffocate dal mare. Alcune di queste storie, attraverso la voce di chi le ha vissute direttamente, compongono il docu-film e nei racconti si delineano la terra d’origine, il viaggio nel deserto, la traversata fra giorni e notti che si rincorrono, l’arrivo a Lampedusa.

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