Ristoratori pronti per riaprire. «Ma che facciamo in caso di pioggia?»

I ristoratori bergamaschi si rimboccano ancora una volta le maniche e tirano a lucido i locali per la prevista ripartenza, tra dubbi e incognita meteo. Da lunedì potranno riaprire con servizio al tavolo i locali che dispongono di aree esterne, mentre restano escluse tutte le altre attività.

Da molti le nuove regole vengono viste come un passo indietro rispetto alle «concessioni» dello scorso febbraio quando, in zona gialla, a pranzo i ristoranti potevano accogliere i clienti anche al chiuso.

In attesa degli ultimi chiarimenti, gli imprenditori guardano speranzosi al cielo, che per settimana prossima non promette nulla di buono, mentre i clienti rispondono positivamente con le prime prenotazioni. Per le temperature la soluzione può essere l’utilizzo di «funghi» o lampade riscaldanti e il problema principale rimangono le precipitazioni, che impedirebbero di utilizzare la maggior parte degli spazi esterni.

L’incognita della pioggia
«Abbiamo allestito il giardino e siamo pronti – commenta Tomaso Ghilardi, direttore del Circolino –. Temiamo più che altro la pioggia durante il servizio, mentre diversi clienti già a febbraio preferivano mangiare fuori, non è un grosso problema. Stiamo comunque ricevendo diverse prenotazioni e lavoreremo con orario continuato dalle 8 alle 22 per offrire un miglior servizio». Gli operatori chiedono, in caso di maltempo, di utilizzare i tavoli al chiuso, in modo da accogliere i commensali. «Se inizia a piovere cosa faccio con i tavoli prenotati e i clienti che stanno consumando il pranzo o la cena? – commenta amareggiato Paolo Chiari, del ristorante L’Alimentari –. Mi sentirei in dovere di omaggiare la cena ai miei clienti per il disguido, non certo causato da noi ristoratori. La nostra città deve seriamente pensare a spazi esterni vivibili tutto l’anno». «Siamo contenti di ricominciare – commenta Robi Amaddeo del ristorante Da Mimmo –. La metà dei locali non ha spazi esterni e sono penalizzati. Tutti abbiamo il problema del clima, a maggio è ancora fresco. Cosa faccio se ho una Comunione e inizia a piovere? In ogni caso sarà una partenza difficile con i pranzi di lavoro diminuiti per lo smart working e l’assenza di turismo leisure e d’affari. Dobbiamo stare molto attenti ai costi per non lavorare in perdita».

I dubbi sui dehors
Un altro problema consiste nel sapersi regolare con le prenotazioni. «Mi hanno già chiamato per una cerimonia, un 18esimo compleanno, e un gruppo di ciclisti che arrivano il primo maggio in città – fa notare Valerio Bordogna del ristorante Da Franco –. Rimane l’incognita di cosa fare in caso di freddo, pioggia o vento e cosa si intende nel dettaglio per spazio all’aperto, che comunque ci permettono di ospitare solo la metà dei clienti». In molti sottolineano dubbi sul concetto di spazio all’aperto o veranda. «Riapriamo il Pianone e la Marianna – conferma Carlotta Panattoni – ma se chiudo una o due vetrate in veranda – e vi assicuro che di aria ne passa – viene considerato uno spazio all’aperto? In generale serve maggior buon senso».

La voglia di ripartire
La ripartenza prevede anche l’organizzazione del personale. «Dall’anno scorso abbiamo ingrandito lo spazio esterno – commenta Gianfranco Rotini del ristorante pizzeria Arlecchino –. Non pensavamo che la situazione si protraesse così a lungo, abbiamo lavorato solo dieci giorni a dicembre e a febbraio per pranzo. Stiamo pulendo il locale e coordinando personale e fornitori».

Giuliana D’Ambrosio ha invece deciso di aspettare qualche giorno per la riapertura della sua trattoria. «Viste le previsioni ho deciso di finire con calma l’allestimento dei tavoli nell’area delle bocce – sorride Giuliana –. Non vedo l’ora di mostrare ai miei clienti e amici il giardino arredato a nuovo dove tornare in sicurezza alla convivialità e ai momenti di socialità che mancano a tutti noi».

Anche in provincia i ristoranti si stanno organizzando per la ripartenza. «Abbiamo riscaldatori elettrici green e sostenibili per tenere al caldo i nostri ospiti – afferma Daniele Caccia della Trattoria Visconti di Ambivere –. Ci auguriamo di poter utilizzare anche i tavoli all’interno il prima possibile, anche per rispetto dei colleghi che non hanno spazi all’aperto».

«Siamo pronti con una ventina di tavoli all’aperto, sperando nel tempo – commenta Roberto Marzuillo del ristorante Il Chiostro di Sarnico –. L’auspicio è di tornare presto alla normalità, visto che in estate di solito abbiamo più di 150 coperti. Arrivano già numerose prenotazioni, segno che la gente ha voglia di evadere e di tornare alla normalità».

Il tristellato Da Vittorio invita al rispetto dei protocolli, in modo da uscire dall’emergenza il prima possibile. «Sono veramente felice di poter riprendere il doppio servizio a pranzo e a cena – commenta Chicco Cerea –. Il clima è destinato a scaldarsi e la raccomandazione è per il rispetto delle regole: solo uniti potremo riprendere la nostra vita».

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