Buon anno

Buon anno a Matteo Renzi che è riuscito a parlare di tutto ma non dei fantasmi che si aggirano per palazzo Chigi, quelli dei commissari alla spending review mai attuata. Buon anno al ministro Boschi e alle cedole bancarie dei suoi parenti. Buon anno a Beppe Grillo per quanto le spara grosse, ai suoi 137 ragazzi che stanno imparando a fare politica e ai 26 che sono scappati o sono stati epurati con un clic.

Buon anno a Matteo Salvini, ai suoi slogan risaputi e alle sue felpe da talk show. Buon anno al Centrodestra senza un centro di gravità. Buon anno all’esercito di burocrati dello Stato con la vocazione della difesa a oltranza dei privilegi d’una casta fuori dal tempo. Buon anno alla Regione Sicilia che batte ogni record di debito mentre i suoi consiglieri lavorano in media 17 minuti al giorno (dato certificato). Buon anno ai ventottomila forestali della Calabria, più del doppio di quelli dell’intero Canada. Buon anno al sindaco di Napoli De Magistris, che ha un miliardo di deficit, ma si preoccupa delle tessere gratis per andare a vedere Higuain allo stadio. Buon anno a Fassina, Civati, Vendola che ripetono «c’è bisogno di un po’ di Marx» senza averlo letto. Buon anno a Susanna Camusso che ha portato in piazza il mondo della scuola mentre le stavano assumendo centomila insegnanti. Buon anno ai troppi contabili che guidano l’Europa, anche se fanno di tutto per sfasciarla. Buon (ultimo) anno a Obama, che ha inventato l’Isis e non sa come liberarsene. Buon anno alla polizia belga, che dalle 23 alle 5 non fa perquisizioni per legge e si lascia scappare i terroristi del Bataclan. Senza tutti loro e le loro imperdibili imprese l’Urlo non avrebbe voce.

© RIPRODUZIONE RISERVATA