In barca con Schettino

di Giorgio Gandola

«Son caduto dalla nave, son caduto, mentre a bordo c’era il ballo». Onda su onda di Paolo Conte è sempre una gran colonna sonora, soprattutto in agosto quando i siti hanno bisogno di titoli acchiappacontatti

«Son caduto dalla nave, son caduto, mentre a bordo c’era il ballo». Onda su onda di Paolo Conte è sempre una gran colonna sonora, soprattutto in agosto quando i siti (anche i più autorevoli) hanno bisogno di titoli acchiappacontatti e soprattutto se a cadere dalla nave è Francesco Schettino che ormai non verrebbe chiamato neppure a timonare un salvagente con l’ochetta.

Però è stato chiamato da un incauto docente dell’Università La Sapienza di Roma a intervenire a una ricostruzione in 3D del naufragio della Concordia, seminario organizzato il 5 luglio scorso nella Casa dell’Aviatore a Roma, dal titolo: «Dalla scena del crimine al profiling», master in Scienze criminologiche con ottanta invitati.

I primi ad andare in barca siamo stati noi giornalisti, Schettino è un boccone troppo ghiotto: per qualche ora è sembrato che fosse stato chiamato nell’aula magna dell’università a tenere una lectio magistralis sulla gestione del panico, proprio lui che era stato il primo a scappare mulinando i remi della scialuppa come un Evinrude da 120 cavalli. Troppo bella per essere anche vera. E infatti la panna si è un po’ smontata, ma non del tutto.

Così la seconda ad andare in barca è stata l’università, che ha collezionato una pessima figura per avere dato diritto di parola senza colpo ferire anche solo per cinque minuti nella più periferica delle sue sedi all’imputato in un processo con 32 vittime. Dopo averla tolta per un’impuntatura ideologica addirittura a Papa Benedetto XVI.

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