La bambina kamikaze

Il dolore di Parigi e per Parigi è enorme. Ma quelle candele e quel fiume di persone che testimoniano l’esistenza di un continente a testa alta non possono far da velo a ciò che avviene a migliaia di chilometri di distanza.

Africa, Nigeria, cittadina di Maiduguri, dove i terroristi islamici di Boko Haram stanno massacrando i civili (si parla di duemila morti solo in questi ultimi giorni) per imporre il califfato in un territorio grande due volte la Lombardia. E da lì partire per insanguinare il continente. L’episodio più terribile, rappresentativo della follia fondamentalista, è quello che la Croce Rossa sta raccontando al mondo giustamente concentrato sui fatti di Parigi.

Una bimba di dieci anni, all’ingresso del mercato di Maiduguri, ha fatto suonare il metal detector, necessario dopo gli ultimi attentati. Neppure il tempo di stupirsi e di perquisirla che la piccola è saltata in aria. Il più giovane, inerme kamikaze della storia. Esempio della violenza infinita imposta da chi non dà nessun valore alla vita. Il bilancio di quello che gli estremisti chiamano «sacrificio» è stato di 16 morti e 18 feriti.

Il coinvolgimento dei bambini-soldato è forse il più odioso dei sistemi militari di uomini e donne travolti da un fanatismo senza limiti. Lo avevano attuato gli iraniani nella guerra contro gli irakeni mandando a morire i loro quindicenni davanti alle mitragliatrici di Saddam. Continua ad adottarlo Hamas quando ricava depositi di armi e rampe per missili dentro scuole elementari. Ma quella bambina costretta ad andare al mercato con la cintura di tritolo è qualcosa di troppo terribile anche per chi - nei giorni di Parigi - pensava che l’uomo col cappuccio nero fosse sazio di violenza.

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