Europa, a Strasburgo si apre
la partita delle alleanze

I popolari del Ppe si confermano il gruppo più numeroso dell’Europarlamento con 263 seggi su 736 parlamentari che formeranno la nuova Assemblea di Strasburgo, i socialisti invece si fermano a 161, penalizzati dalla batosta subita in alcuni Paesi europei.

Ma il vincitore assoluto è il «partito» degli astensionisti: confermando i timori della vigilia, la percentuale di coloro che si sono recati alle urne non è arrivata al 43%, segnando il peggior andamento dal 1979 quando gli Stati membri dell’Ue erano solo nove. Astensionismo, euroscetticismo e avanzata xenofoba sono mine sul cammino europeo.

Il voto europeo, inoltre, ha segnato il crollo dei laburisti in Gran Bretagna, la crisi dell’Spd in Germania e la sconfitta in Spagna e Portogallo di Zapatero e Socrates. La nuova composizione dell’Assemblea che esce da queste elezioni, stando agli ultimi dati forniti dallo stesso Parlamento ancora non definitivi, regala un nutrito gruppo ai Verdi (52) che a livello europeo sono stati premiati in diversi Paesi, a partire dalla Francia.

Alla destra dell’Unione per l’Europa delle Nazioni sono assegnati invece 35 seggi, mentre la sinistra unitaria Gue/Ngl, di cui facevano parte i parlamentari di Rifondazione comunista, si ferma a 33. I liberaldemocratici, dove andrà anche l’Idv di Antonio Di Pietro, raggiungono gli 80 seggi.

Difficile fare un conto esatto degli euroscettici, a parte quelli ben individuabili nel gruppo Indipendenza-Democrazia che si fermano a 19, molti per il momento vanno ad ingrossare le file degli «altri». Fanno parte di questo drappello di senza-casa anche i conservatori inglesi dopo la fuoriuscita dal Ppe o il Pd in Italia, che non ha fatto ancora una scelta precisa.

Tutti i dettagli su L'Eco di Bergamo del 9 giugno

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