L’arma dell’Italia
di Mancini?
Gioca col sorriso

Lunedì a Palermo contro l’Armenia la Nazionale di calcio insegue un en plein storico: chiudere a punteggio pieno il gruppo J di qualificazione agli Europei dell’anno prossimo. Vale a dire inanellare la decima vittoria di fila. Se aggiungiamo l’amichevole vinta con gli Stati Uniti il 20 novembre scorso, i successi consecutivi sotto la guida del commissario tecnico Roberto Mancini salirebbero a undici. Soltanto il Belgio, anch’esso a 27 punti dopo 9 partite, nel gruppo I, sta tenendo il passo degli azzurri.

Per un’Italia che ha talenti ma non fuoriclasse al livello dei top players internazionali, per una squadra che non ha un vero leader ma è spinta dalla forza del collettivo è un risultato straordinario presentarsi all’ultimo match con questi numeri e con il biglietto per Euro 2020 già in tasca da tempo (rimarcare che il girone non era dei più difficili serve solo a sminuire un lavoro importante). In realtà un leader ce l’ha ed è sotto gli occhi di tutti: non è tra i giocatori, è il ct stesso. È Mancini, la cui intelligenza e le cui capacità sono giustamente celebrate in questi giorni. Ha cambiato la mentalità della Nazionale, conferendole un gioco offensivo come poche volte si è visto nella storia della maglia azzurra (la prima che balza alla memoria è l’Italia spumeggiante di Enzo Bearzot ai Mondiali del 1978 in Argentina, eppure non era il calcio totale di Mancini). E senza paura di lanciare i giovani nella mischia. In questa squadra ognuno sa cosa fare ed è valorizzato per le sue caratteristiche: insieme esprimono un’intesa che si traduce in efficaci automatismi e grande spirito di collaborazione. Soprattutto giocano con la voglia di spaccare il mondo. Perché Mancini ha portato il sorriso in campo. E un capo che guida i suoi uomini col sorriso trasmette serenità e fiducia (vale per tutti i mestieri), mentre loro si sentono ancor più motivati.

E poi questa Nazionale ha qualcosa che sa di familiare dalle nostre parti. Quando gira al massimo ha il furore dell’Atalanta di Gasperini, che a sua volta cerca di non far ragionare l’avversario pressandolo e portando tanti uomini all’attacco. E ogni tanto «ammazza» qualche grande. Sicuri che in estate Francia, Inghilterra, Spagna, Portogallo, Germania saranno ancora imbattibili?

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