Vignaioli piemontesi
alla Reggia Venaria

“Anche la vendemmia 2011 del Piemonte farà parte del filotto positivo delle vendemmie degli ultimi anni”. Buon vino assicurato dunque. E' quanto hanno certificato oltre un centinaio di viticoltori raggruppati nell'associazione Vignaioli piemontesi, presieduta da Giulio Porzio, che si sono trovati nel tradizionale convegno annuale di “Anteprima Vendemmia”.

Quella di quest'anno, tenutosi alla fine di novembre a Torino alla Cascina Medici del Vascello, che fa parte della tenuta della Reggia di Venaria, e, come sempre, sotto l'egida della Regione Piemonte, ha visto una partecipazione assai nutrita di operatori del settore. E dunque è stata assai importante perché tutti sapevano di quel che parlano per conoscenza diretta.

A cominciare dall'assessore all'Agricoltura del Piemonte, Claudio Sacchetto, che ha dimostrato di conoscere bene la materia. Si è congratulato del buon lavoro che i vignaioli svolgono dicendo che sono un po' degli ambasciatori del Piemonte nel mondo. Anche perché, ha detto l'assessore, congratulandosi con gli operatori, le esportazioni sono in crescita. Ha assicurato di aver recepito il grido di dolore che da produttori arriva a causa della burocrazia.

“La Regione – ha assicurato Sacchetto – si impegnerà sia su questo fronte, riducendo gli adempimenti inutili e investendo di più nella promozione”. Il convegno si è poi sviluppato con le esperienze dei vari operatori che hanno messo in comune esperienze e problemi. Ma anche idee nuove. Come quella illustrata da Daniela Mangiapelo sulla tracciabilità del prodotto-vino, richiesta che viene in particolare dai consumatori esteri, e sul Piemonte Land of Perfection precisata da Andrea Ferrero. Si è parlato, suscitanto un certo interesse, anche di un'iniziativa che porterà a creare una nuova etichetta che potrà essere chiamata Piemonte Rosso – o Bianco – Doc. In sostanza si tratta di un vino destinato soprattutto all'estero, il cui disciplinare potrà prevedere più tipi di vino in percentuali da determinare. Una misura che risolverebbe non pochi problemi a molti produttori che hanno delle rimanenze. Molto seguito poi l'intervento di Paolo Ricagno, presidente tra l'altro del Consorzi del Brachetto di Acqui, che ha puntato l'attenzione sulla necessità della promozione portando ad esempio il dato che dopo una campagna promozionale ben costruita il Brachetto ha avuto un incremento di vendite del 30 per cento: “Bisogna però programmare con efficacia, non solo mettere in atto qualche spot di tanto in tanto”.

Finito il convegno – dopo il dovere, il piacere – la visita alla Reggia di Venaria. Un restauro impareggiabile, tenuto conto delle condizioni in cui era precipitata dopo decenni di disinteresse che hanno fatto sì che diventessa quasi una cava di materiale e luogo di depredazioni occhiut, al punto che ancora una quindicina di anni fa c'era chi suggeriva di abbattere tutti gli edifici, opera diell'abate-architetto messinese Filippo Juvarra. E pensare che la Reggia di Venaria era stata modello a tutte le regge europee a cominciare da quella di Versailles. Fortunatamente non è andata così e dal 2007, quando è stata aperta dopo i restauri, già 5 milioni di persone hanno visitato le innumerevoli sale (che raccontano anche un pezzo di storia patria, visto che si festeggiano i 150 anni della nascità dello Stato italiano) e in particolare la maestosa galleria.

Incentivare e valorizzare l'hospitality è un po' l'idea vincente che molti soggetti del turismo stanno perseguendo. Fare sistema è la parola d'ordine. Quindi oltre al vino, valorizzare il territorio con le sue eccellenze architettoniche e culturali, e con la gastronomia di qualità che sono un punto di forza. A questo proposito c'è il ristorante Ostu di Djun a Castagnito d'Alba che di questa idea ha fatto un imperativo categorico. Sempre sul binomio territorio e produzione di qualità che fanno sistema notevole e per la qualità del prodotto e per il coraggio imprenditoriale è l'azienda Il Chiosso di cui sono titolari due figli d'arte - Carlo Cambieri e Marco Arlunno – quest'ultimo figlio di Eugenio, uomo di sfide coraggiose, che ha deciso di puntare su nomi una volta di grande fulgore, ma poi sfioriti.

L'impresa è quella di riportare vini come Gattinara, Ghemme e Spanna (a prevalente o totale base di Nebbiolo) a livelli di notorietà che si meritano. Curiose anche le etichette del Chiosso, tutte ottagonali e un po' magiche derivanti derivano da disegni astrologici di Nostradamus. Sempre a proposito di eccellenze gastronomiche, come non fare visita alla Latteria sociale di Cameri (Novara) dove si producono vari tipi di gorgonzola rigorosamente fatti con antiche e saporite ricette, magari da gustare con i risi della riseria Crespi di Nibbia (Novara), produttori da sei generazioni.

Fiorenzo Barzaghi

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