Il Moscato di Scanzo
sbarca a Roma

Il Moscato di Scanzo Docg, gioiellino dell'enologia bergamasca, si presenta a Roma in una manifestazione organizzata dal Consorzio di Tutela e sostenuta dall'amministrazione provinciale, in collaborazione con Turismo Bergamo e Arciconfraternita dei bergamaschi.

Il Moscato di Scanzo Docg, gioiellino dell'enologia bergamasca, si presenta a Roma per la prima volta in una manifestazione organizzata dal Consorzio di Tutela e sostenuta dall'amministrazione provinciale (che ha messo a disposizione locali del suo ufficio di rappresentanza in via Pietra 70), in collaborazione con Turismo Bergamo e Arciconfraternita dei bergamaschi.

Dalle 11 alle 16 il pubblico potrà accedere per l'assaggio gratuito e venire così a conoscenza di questo vino antico e pregiato ma a Roma pressoché sconosciuto. Alle 11 e alle 15 ci saranno due degustazioni guidate riservate a giornalisti e addetti ai lavori (ristoratori ed enotecari) che si sono accreditati nei giorni scorsi. A rappresentare il Consorzio Tutela Moscato di Scanzo ci sarà la presidente Angelica Cuni con alcuni dei 22 produttori aderenti. «È un'iniziativa nella quale crediamo molto - afferma la presidente - per allargare il nostro mercato. Roma può assorbire molto del nostro prodotto, unico nelle sue caratteristiche. Siamo qui per farlo assaggiare, sperando nell'apertura di nuovi orizzonti di vendita».

Intanto prosegue il lavoro dei ricercatori, ai quali è stato affidato dal ministero dell'Agricoltura il compito di risalire al dna del vitigno per metterne in luce le specificità, sperimentando la risposta qualitativa della pianta al variare delle condizioni ambientali e colturali. Il progetto appare importante sia per dare basi scientifiche alla promozione del vino che per fornire raffinati strumenti molecolari per migliorare le tecniche di coltivazione e selezione clonale. Il lavoro è iniziato nel 2011, affidato a Osvaldo Failla e Paola Casati della facoltà di Agraria dell'Università di Milano. Sono state individuate 23 tipologie di cloni e su queste il lavoro procede nella struttura di ricerca della Regione a Riccagioia, in Oltrepò. «In dicembre o gennaio - afferma la presidente Cuni - i ricercatori verranno a Scanzo e in un convegno pubblico ci diranno a che punto sono con il lavoro, che dovrebbe concludersi entro il 2013».

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