Argo Valcalepio Passito
tra leggenda e sapori

Che l'enogastronomia sia una forma di cultura non v'è dubbio. Un pregevole progetto ha sposato il mondo del vino con quello del romanzo, mettendo nero su bianco la storia di un prodotto tipico bergamasco –  in questo caso “Argo Valcalepio Moscato Passito Doc” - complici il vivace intelletto e le magiche illustrazioni di Marialaura Briola e Sarolta Szulyovszky.

Il racconto, dal retrogusto tutto femminile, è ambientato nel 1700 nell'antico monastero di San Paolo d'Argon, famoso per la sua tradizione vitivinicola.

Un sodalizio unico e originale tra racconto e vino, che mira a spingersi oltre il prodotto in sé per fantasticare con i sensi prima ancora che con la mente. Perché, come tradizione vuole, quando si parla di vino inevitabilmente vengono in mente esperienze multisensoriali, che coinvolgono in un viaggio magico e misterioso, dove il confine tra percepito e immaginato è molto labile e facilmente scalfibile da menti e palati tanto esigenti quanto curiosi.

Sulla base di questi presupposti è nata l'avventura di Argo, un libello che racconta la storia di un vino, “Argo Valcalepio Moscato Passito Doc”, nato dalle preziose uve del vitigno autoctono Moscato di Scanzo e prodotto dall'Azienda agricola Angelo Pecis di San Paolo d'Argon.

Vino e libello sono stati presentati al ristorante Loro di Trescore Balneario con ottima partecipazione di pubblico. La serata – suddivisa in due parti – ha visto prima la lettura da parte di due attrici del testo scritto da Marialaura Briola,  intercalando il racconto con canti popolari tipici della raccolta delle uve mature nei campi.

Seconda parte dedicata alla presentazione del vino Argo e  relativa degustazione, finalizzata a dare una nuova collocazione ad un vino importante come il Moscato passito Argo, non solo da meditazione o da abbinare ai dolci, ma bensì con la possibilità di accostarsi a diverse portate del pasto. Un connubio che ha riscosso pareri favorevoli tra i presenti, che hanno potuto provare un esperienza enogastromomica di alto livello, grazie anche agli chef del ristorante Loro (1 Stella Michelin)  che hanno proposto portate che ben si accostavano al Argo.

R.V.

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