A Cantina Lemine
cucina e arte campana

«Il mio sogno è sempre stato quello di aprire un ristorante e di proporre le mie pietanze al pubblico. Da nove anni persevero nel rifocillare avventori affamati di cibo, ma anche di sapere. Mi piace spiegare come sono realizzati i miei piatti, come sono state impegnative e lunghe le preparazioni e da dove ho avuto l’ispirazione per la mescolanza dei sapori».

«Il mio sogno è sempre stato quello di aprire un ristorante e di proporre le mie pietanze al pubblico. Da nove anni persevero nel rifocillare avventori affamati di cibo, ma anche di sapere. Mi piace spiegare come sono realizzati i miei piatti, come sono state impegnative e lunghe le preparazioni e da dove ho avuto l’ispirazione per la mescolanza dei sapori».

Scrive così Alberto Magri, 39 anni, aria e occhi da artista sognatore (ma artista lo è davvero), nell’incipit del sito del ristorante che conduce da oltre nove anni, il Cantina Lemine ad Almenno San Salvatore, alle prime curve lungo la strada che sale alla Roncola. Ci sono tornato dopo alcuni anni per una serata dedicata alla Campania ed ho potuto conoscere meglio questo personaggio, umile ma capace, della ristorazione lombarda.

La location è splendida, tra il verde, molto ben articolata con tre salette e tante vetrate. D’estate ci sono alcuni tavoli sotto gli alti alberi. Bergamasco, Alberto Magri si è laureato in economia e commercio ed ha subito lavorato per una multinazionale, girando il mondo, prima di dare corpo alla sua vera passione, che poi sono tre: la cucina, la pittura e il vino. Come cuoco è praticamente autodidatta, avendo rubato il mestiere a dei colleghi bravi; è sommelier professionista Ais; è pittore di talento innato. Un vero artista.

La serata gastronomica tra suoni e colori della cultura campana ha visto Magri andare alla ricerca del gusto nel solco della tradizione dei sapori partenopei. Ecco allora proporre in sequenza al distinto pubblico di buongustai (mai più di 30-35 persone, per una cucina di classe): sformatino di tonno su mozzarella di bufala in carrozza; gnocchetti di basilico con moscardini alla Posillipo; parmigiana di pescatrice; tortino mandorle e nocciole con gocce di cioccolato e gelato alla colomba pasquale. I vini in abbinamento sono stati tipici del Sannio, prodotti da una piccola azienda biologica, “Terra di Briganti”, con sede a Casalduni (Benevento): Falanghina, Fiano e un particolare Sannio Dop prodotto con un interessante vitigno autoctono, lo Sciascinoso. Cucina raffinata e vini degni.

La serata ha visto gli intermezzi del menestrello della musica e della terra bergamasca, Luciano Ravasio, che si è esibito in pezzi napoletani. Alle pareti, in visione e in vendita, gli ultimi quadri del pittore Luca Campus, di origine campana e da anni residente a Verdellino. Docente di educazione artistica a Sarnico e Brignano, Campus è pittore, scultore e ceramista di valore, come dimostra nelle opere che rimarranno esposte per alcune settimane al Cantina Lemine.

Roberto Vitali

© RIPRODUZIONE RISERVATA